Enrico VIII

 

LINGHILTERRA

DAI TUDOR

AGLI STUART

 

 

MICHELE E. PUGLIA

 

 

PARTE PRIMA

 

 

 

 

 

 

SOMMARIO: LA PROCLAMAZIONE DI ENRICO VII E LA SANGUINOSA COMMEDIA DELLA RIVOLTA IRLANDESE DI RICHARD SYMMONS; IL DIRITTO DI MANTENIMENTO E LA CAMERA STELLATA; LIMPOSTORE PERKIN WARTEK SUL TRONO; ENRICO VIII E LO SCISMA (Avvertenza filologica sullo scisma); ENRICO VIII E IL SUO PRIMO MATRIMONIO CON CATERINA DARAGONA; LA STRAVAGANTE AMBIZIONE DI THOMAS WOLSEY E SUA TRAMA SUL MATRIMONIO DEL RE; DIVORZIO DI ENRICO VIII E CADUTA IN DISGRAZIA DI WOLSEY; WOLSEY PROMOTORE DEGLI STUDI UMANISTICI; SCOMPIGLIO DI ENRICO VIII CREATO DA ANNA BOLENA; EMERGE THOMAS CROMWELL FINITO SUL ROGO - LA CONDANNA PER ANNA BOLENA E MUTATA IN DECAPITAZIONE; NUOVO MATRIMONIO DI ENRICO CON JEAN SEYMUR RIFORMA DEL CULTO ED ESECUZIONE DEI PARENTI E AMICI DEL CARDINAL POLO; ANNA DI CLEVES E RIPUDIATA E CATERINA HOWARD FINISCE SUL PATIBOLO; LULTIMO MATRIMONIO DI ENRICO CON CATERINA PARR E MORTE DEL RE; I PRIMI SUCCESSORI DI ENRICO VIII: EDOARDO VI E JEAN GREY; MARIA LA SANGUINARIA (BLOODY MARY); IL PASSAGGIO AL CATTOLICESIMO DURANTE IL REGNO DI MARIA RINFORZA IL PROTESTANTESIMO.

 

 

 

LA PROCLAMAZIONE DI

ENRICO VII

E LA SANGUINOSA

COMMEDIA

DELLA RIVOLTA

IRLANDESE DI

RICHARD SYMMONS

 

 

D

alla conquista (normanna) in poi, scrive David Hume (Histoire dEngleterre, Paris 1873), non esiste nella storia dInghilterra unepoca pi incerta, meno autentica e pi contraddittoria di quella delle guerre fra le due rose (York e Lancaster).

Su molte circostanze materiali gli storicci differiscono e alcuni avvenimenti della massima conseguenza su cui quasi tutti convengono, sono incredibili e smentiti dagli archivi. E osservabile che un tal buio cade precisameente alla vigilia del Rinascimento delle lettere e mentre in Europa gi si conosceva la stampa. Attraverso la cupa nube che si stende su questo lasso di tempo, trapela allo sguardo unorrida scena di sangue, di costumi selvaggi, di esecuzioni arbitrarie, di tradimenti disonorevoli da ambo i lati.

Il patibolo e i campi rosseggiavano del sangue pi nobile dellInghilterra, sparso a torrenti nella lite delle due famiglie contendenti, la cui animosit divenne implacabile. Il popolo, diviso nellaffezione, assunse simboli differenti del suo parteggiare. La fazione dei Lancaster scelse per contrassegno di distinzione la rosa rossa; la York trasse la denominazione dalla rosa bianca e queste guerre civili si resero note in Europa sotto il nome della contesa delle due rose.

La vittoria riportata da Enrico VII a Bosworth (22 agosto 1485) e il matrimonio (1486) con Elisabetta figlia di Edoardo IV, pretendente al trono come erede degli York, posero fine a queste guerre intestine che da un secolo avevano insanguinato lInghilterra.

Enrico VII (1485-1509) era figlio di Edmond Tudor conte di Richmond e di Margherita di Beaufort, figlia e unica erede del duca John di Somerset, nipote di John de Gand, duca di Lancaster; ma colui da cui questa branca traeva la sua origine oltre che adulterino, era bastardo.

Poich il duca di Lancaster aveva ottenuto la legittimazione dei suoi figli con una patente di Riccardo II, confermata dal Parlamento, questa patente specificava tutti i privilegi che erano accordati, da cui era escluso espressamente il diritto di successione al trono (cit. D. Hume). Enrico sebbene avesse da prospettare diversi titoli, come erede al trono, non poteva avanzarne nessuno, in quanto i suoi titoli erano tutti contestabili e lacclamazione era stata la strada pi legittima per giungere al trono, consacrato dal matrimonio con Elisabetta di York.

Enrico fu infatti prima acclamato dai soldati, come vincitore della battaglia in cui lusurpatore Riccardo III era stato ucciso; sir William Stanley, che aveva trovato tra le sue spoglie una corona di serto cinta da Riccardo in battaglia, la mise sulla testa di Enrico che la ricevette senza esitare.

Enrico, dopo aver fatto portare Elisabetta, che doveva sposare, a Londra, con un corpo superbo composto dallalta nobilt e da gentiluomini del regno, si rec a Londra dove lo ricevettero il lord sindaco e le corporazioni, con una folla di borghesi e contadini che lo acclamava al suo passaggio; giunse quindi nella chiesa di san Paolo dove fu consacrato lo stendardo della battaglia e furono resi solenni ringraziamenti per la vittoria riportata, dopodich si rec al palazzo del vescovo dove gli era stato preparato lalloggito che lo ospitava.

Seguirono la assegnazione delle cariche, il matrimonio e la incoronazione; da Roma giunse la bolla del papa Innocenzo VIII, che confermava la nomina del nuovo re e pronunciava lanatema contro chiunque ne turbasse la pace sua e dei suoi eredi.

Enrico VII pens quindi a mettere ordine nel regno recandosi nel nord, dove alcuni partigiani della rosa bianca avevano preso le armi e li disperse infliggendo loro punizioni severe. Le sue due passioni dominanti erano la cupidigia e lodio nei confronti della rosa bianca; ma il partito vinto cerc di vendicarsi.

Il suo prinipale agente era un prete di nome Richard Symmons che aveva la raffinatezza del mercante di Temple-Bar, alla quale univa laudacia del contadino gallese.

Symmons per dare la possibilit a Enrico di acquistare ulteriori meriti, aveva ideato una rivolta in Irlanda e per realizzarla, aveva prescelto un certo Lambert Simmel, che sebbene fosse figlio di un macellaio di Oxford, aveva la prestanza fisica che lo rendeva degno di un trono; costui doveva rappresentare Riccardo, secondo figlio di Edoardo IV, che avendo avuto la possibilit di sottrarsi alle crudelt dello zio Riccardo III, si presentava a reclamare il titolo di cui era stato spogliato e Simmel aveva organizzato questa sua pericolosa commedia in Irlanda.

LIrlanda, di cui era stato governatore il duca di Clarence sembrava disposta ad accogliere con favore il figlio del suo vecchio governatore di cui aveva un buon ricordo e fu l che si rec Lambert Simmel. Il governatore dellisola o, come lo chiamavano, il lord deputato, conte di Kildare, suo fratello, cancelliere Thomas Fitz-Gerald e la maggior parte degli ufficiali, erano ardenti yorkisti che Enrico VII aveva lasciato in pace. Appena i due impostori giunsero a Dublino, Kildare presentava Simmel alla nobilt, ma la maggior parte della popolazione e il clero rimanevano dalla parte di Enrico VII.

I rivoltosi persistevano nella rivolta e a Dublino giunsero duemila mercenari tedeschi, mentre Simmel fu portato sulle spalle, secondo luso irlandese, dalla chiesa al castello e fu posto su un trono di velluto, rivestito dalle insegne reali e in testa gli fu messa una corona presa dalla Vergine della cattedrale e salutato come Edoardo VI.

Il 4 Giugno 1487 il monarca improvvisato sbarcava sulle coste del Lancashire alla testa di ottomila uomini comandati dal conte di Lincoln e il 16 fu sconfitto e ucciso nei pressi di Stoke tra Nottingham e Newark con la met dei suoi, in quanto la lotta era stata accanita e tedeschi e irlandesi avevano combattuto con rivalit e coraggio.

Il prete Symmons, tradotto davanti al sinodo, confess la sua colpa e fu condannato alla prigione perpetua; il falso Edoardo VI, re dInghilterra e di Francia, pi degno di piet e di collera, riprese il nome del padre macellaio e fin come marmittone nelle cucine di Enrico VII e in seguito, per la sua buona condotta, ottenne lincarico di falconiere (J.A.Fleury Histore dAngleterre, Ecosse et Irlande, Paris 1879).

 

 

IL DIRITTO DI

MANTENIMENTO

E LA CAMERA

STELLATA

 

 

E

nrico VII approfittava della sua vittoria di Stoke, non per versare altro sangue, ma per costringere, a proprio vantaggio, con sostanziose ammende, le pi ricche famiglie yorkiste, portando cos un colpo terribile ai privilegi dellaristocrazia con labolizione del diritto di mantenimento.

Il mantenimento era una associazione di individui retta da un capo. che indossavano una livrea, che giuravano di sostenere, anche con le armi, questioni personali; con il mantenimento, il giur era intimidito e lautorit impotente.

Un tribunale speciale fu incaricato di punire tutti i prevenuti di coalizioni illegali o di mantenimento, di sommossa e di intrattenimento di vagabondi, tribunale che prese il nome dalla sala dove avvenivano le sedute, la cui volta rappresentava il cielo stellato, detta star chamber camera stellaa.

Questa corte criminale, destinata inizialmente a reprimere gli abusi della feudalit, al tempo di Enrico VII era fondata sul diritto comune (common law) e sullantica pratica e allinizio del suo regno il Parlamento aveva confermato la sua autorit; Enrico VIII ne aveva ampliato il potere e fin per diventare essa stessa un abuso intollerabile del dispotismo monarchico ed Enrico VIII ne fece uno strumento di comoda tirannia che aveva fatto scorrere lacrime e sangue; essa fu abolita da Carlo I.

La star-chamber si componeva di un cancelliere, un tesoriere, un guardasigilli privato, del presidente della corte del banco del re, del presidente della corte delle udienze comuni, alle quali si aggiungeva un vescovo e un lord temporaneo del consiglio del re; vale a dire che su sette giudici, cinque erano dei servitori del re, revocabili a sua volont e investiti del diritto di chiedere due altri membri su cui si potesse interamente contare.

Enrico VII non era stato crudele, era stato avaro; egli nelle guerre non aveva cercato la gloria ma il mezzo di arricchirsi; chiedeva danaro al suo popolo per combattere il nemico e lo chiedeva al nemico per non fargli guerra, in modo da prenderne da ambedue le parti.

Fu cos che quando Enrico VII aveva occupato Boulogne con una fanteria di venticinquemila uomini e milleseicento cavalieri e quando Carlo VIII aveva sposato Anna e si era impadronito della Bretagna (v. Art. Carlo V ecc. Parte II), aveva firmato il trattato di Etalpes (3 Nov. 1492); questo trattato prevedeva che Carlo VIII, come re di Francia riconosceva che la sua sposa fosse debitrice verso la corona inglese della somma di seicentomila scudi doro; egli si dichiarava debitore per gli arretrati della pensione che suo padre, Luigi XI, si era impegnato a versare allInghilterra, di centoventicinquemila scudi doro; in tutto settecento-quarantacinquemila scudi, che si impegnava a pagare in quindici anni a Calais, in ragione di cinquantamila scudi per anno.

 

LIMPOSTORE

PERKIN WARTEK

SUL TRONO

 

 

M

entre Enrico VII stava affrontando questi problemi che soddifacevano la sua avidit, un vascello proveniente da Lisbona, gettava lancora nel porto di Cork in Irlanda, dal quale scendeva un uomo dalla fisionomia rimarchevole; durante il viaggio si era mostrato pensieroso e taciturno e nessuno lo conosceva; il suo nome era Perkin Warbeck.

Suo padre, Orbeck o Warbeck, ebreo convertito, dopo aver lasciato Tournai sua patria, si era stabilito a Londra dove aveva reso qualche servizio al re Edoardo IV, di cui aveva guadagnato laffetto; il re, per riconoscenza, aveva tenuto a battesimo il figlio che ricevette il nome di Peter, in fiammingo Peterkin o Perkin. Quando pi tardi si era messa in evidenza la rimarchevole somiglianza del figlioccio col padrino, qualcuno aveva fatto correre la voce che re Edoardo, noto per la sua galanteria, fosse qualcosa di pi del padre spirituale che volesse fare apparire.

A partire dallet di sedici anni, Perkins aveva errato in diverse parti dellEuropa occidentale e aveva ventanni quando giunse in Irlanda, nella stessa isola in cui cinque anni pi tardi, Lambert Simmel si era fatto passare per il giovane conte di Warwick (*) .

Egli si faceva passare per Richard, duca di York, secondo figlio di Edoardo IV. Gi qualche signore irlandese aveva militato sotto il suo stendardo, quando Carlo VIII che non aveva ancora firmato il trattato di Etaples, aveva avuto lidea di trarre profitto da questa singolare apparizione.

Lavventuriero era stato accolto come un principe alla corte di Francia, ospitato al palazzo reale, circondato dalla guardia donore. Pi di cento distinti inglesi, si erano recati a Parigi per riconoscere il figlio di Eoardo IV e non avevano fatto alcuna difficolt a prestar giuramento. Ma pretso Carlo VIII firmava la pace con Enrico VII e il preteso duca di York, sacrificato, andava a chiedere asilo alla duchessa dotaria di Borgogna, sorella di Edoardo IV, che lo trattava pubblicamente come suo nipote e gli dava il soprannome di Rosa bianca.

Enrico VII mostrava disprezzo per un tale competitore e ordinava una inchiesta per dimostrare lassassinio del figlio di Edoardo; infine inviava degli emissari nelle Fiandre e pubblicava di aver trovato nei loro rapporti la prova irrefutabile che il preteso duca di York, non era che un ebreo di Tournai. Nel frattempo, la duchessa di Borgogna, forniva a Perkin i mezzzi per giugere in Inghilterra.

Questo primo tentativo sulle coste del Kent (1495) non era stato onorevole e il pretendente si recava per la seconda volta in Irlanda e non trovando gli abitanti ben disposti, si recava in Scozia dove Giacomo IV lo accolse a braccia aperte. Non contento di riconoscerlo solennemente egli lo univa in matrimonio a Caterina Gordon, alleata alla famiglia reale e una delle pi belle dame di corte; ma fece ancora di pi; egli, in due riprese (1496 e 1497) invase il nord dellInghilterra.

Enrico VII vedendo che il pericolo si faceva serio, intavol delle trattative in seguito alle quali fece condurre in Irlanda il duca e la sua sposa. Nel 1498 Perkin approfitt di una sollevazione degli abitanti della Cornovaglia per sbarcare a White-Sand. Di l marciava su Exeter e si illuse vanamente di impadronirsene, ma vedeva con terrore la sua armata disperdersi nella piana di Tauton, quarantotto chilometri da Exeter, dove trov rifugio presso labbazia Beaulieu (Hampshire), che aveva ospitato Margherita dAngi prima della battaglia di Tewksbury.

Circondato dalle truppe reali, fin per arrendersi e fu condotto a Londra e, attraversate le strade di Londra, fu condotto alla Torre. In capo a un anno egli predispose un piano di evasione con lo sfortunato conte di Warwick (1499), piano che ambedue pagarono perdendo la testa,

La bella scozzese di cui limpostore aveva ricevuto la mano, fu assegnata come dama di compagnia alla persona della regina facendone uno degli ornamenti della corte.

Il re Enrico VII, dopo aver procacciato allisola la quiete esterna a costo della dignit nazionale, linterno col dispotismo, con lestorsione e col deprimere laristocrazia decimata dalla guerra delle due rose, lasciava il regno (1509) al figlio con un milione e ottocentomila sterline e nessuna speranza di affari (C. Cant, Il sec. XV).

 

 

*) Edoardo Platntageneto conte di Warwick figlio del duca di Clarence, era stato tenuto in una sorta di prigionia a Sherif Huatton dallo zio Riccardo Plantageneto, alla cui corona avevano meno diritto del nipote.

 

 

ENRICO VIII

E LO SCISMA

 

(Avvertenza filologica sullo scisma)

 

A

vvertiamo il lettore, che nella parte riguardante lo scisma di Enrico VIII, ci siamo serviti del testo di Storia ecclesiastica della rivoluzione dInghilterra, del padre Girolamo Pollini, fiorentino, domenicano dellOrdine dei Predicatori di Santa Maria Novella, del 1591, dedicato a Guglielmo Alano di Lancaster (1531-1594): Pollini scriveva contro i protestanti e durante il regno di Elisabetta aveva dovuto allontanarsi dallInghilterra e recarsi a Roma, dove Sisto V lo aveva costretto ad accettare il cardinalato, che lui rifiuava; era stato inoltre incaricato di correggere la Bibbia, pubblicata dallo stesso papa, indicata da Sandero tra le sue opere, nel libro degli scrittori fiamminghi.

Padre Pollini aveva tradotto dallo spagnolo la Storia dello Scisma dInghilterra, in 3 voll. di Sanderus (Sandero), che allepoca aveva riscosso grande successo, aggiungendo, per il suo libro, opere di altri scrittori italiani, francesi e spagnoli (come egli dice, spesso senza citarli); unaltra sua traduzione Histoire du scisme en Engleterre era stata fatta in lingua francese da Maucroix (che abbiamo anche noi consultato).

Padre Pollini, di fede fondamentalmente cattolica, rimproverava ad Enrico, di aver ripudiato Caterina, con il pretesto che fosse stata moglie di suo fratello, ma, in verit, sosteneva lo storico, per sposare Anna Bolena, dalla quale era stato preso da violenta passione: ma su questa sua tesi o ipotesi non vi sono salde prove, che per il caso non potevano essere che scientifiche, come lesame del DNA, al quale non si era ancora arrivati!

Anna (aveva scritto Sandero, ripreso da p. Pollini) era figlia di una delle sue amanti e sorella di unaltra (Maria), di cui molti hanno creduto, con stringenti congetture, che fosse la propria figlia. Fu dunque per sposare Anna, che Enrico aveva ripudiato Caterina e si era separato dalla Chiesa Romana. Ma non aveva lasciato il nostro partito, sostiene Pollini, per abbracciare quello di Calvino o Zwigli o per qualche altra antica religione eretica. Egli aveva formato una nuova religione di cui si era fatto capo sulla terra. Anna, per se stessa, non sapeva governarsi con saggezza n prima. n dopo il matrimonio; suo fratello fu accusato di aver intrattenuto con lei disonorevoli rapporti e per di pi lei professava la religione luterana. Infine fu condannata dai giudici per adulterio e incesto ed ebbe la testa tagliata per ordine di suo narito.

Cos la religione protestante, aveva scritto Sandero (ripreso da p. Pollini), fondata sulla ipocrisia (*) di Enrico che per un rimorso di coscienza, aveva ripudiato Caterina mentre essa fondata su un duplice incesto, in quanto non si pu negare che Enrico abbia commesso incesto sposando la figlia o la figlia di una donna che intratteneva rapporti con lui; e che Anna potesse passare per incestuosa per le libert che si pemetteva con suo fratello. E quindi - concludeva Sandero - su questi presupposti, che lo scisma si stabilito in Inghilterra sotto il regno di Enrico, Edoardo VI ed Elisabetta.

P. Pollini, al quale stava a cuore la regina Caterina, riprendendo Sandero, scriveva che Enrico, ripudiandola, si separava dalla Chiesa Romana per correre dietro ad Anna Bolena, sulla quale, sulle tracce di Sandero, avanzava lipotesi che fosse anche sua figlia, scagliandosi contro Edoardo VI ed Elisabetta, in maniera pi violenta di Sandero e forzando la realt, ne diceva peste e corna: per aver reso lInghilterra una spelonca di ladri, sentina di tutti i vizi, nido di infiniti malfattori e malvagi. franchigia dei pi scellerati nemici di Cristo. Spero che questa storia - egli aggiungeva - spiegandovi avanti agli occhi una sanguinolenta scena bagnata del sangue di infiniti martiri, piena di oltraggi fatti alla santa madre Chiesa, unica sposa di Cristo, colma soverchie ingiurie fatte ai romani pontefici, di una disdicevole sostituzione della religione cattolica, nella sporca ed empia setta di Calvino e Zwigli che, non solamente con le lacrime ma con le orazioni e con la forza e con le armi sar domata quest'idra, cacciati questi mostri infernali, spiantar queste rapaci arpe del mondo e purgar finalmente la meschina Chiesa d'Inghilterra dal mortifero veleno dell'eresia.

Non ci dispiace citarli, anche per dimostrare quanto fosse divenuta estrema e sanguinosa la lotta della Chiesa con tutto il sangue che era stato fatto scorrere anche altrove, p. es. in Francia e Germania (**), contro laffermarsi delle nuove idee introdotte da Lutero (ricordiamo che le nuove idee, volere o no, se non si affermano per evoluzione, si affermano per rivoluzione!).

E li citiamo anche perch questi autori introducono argomenti non trattati da altri, in ogni caso da verificare; come p. es. le date; infatti. relativamente alla circostanza che Thomas Boleyn fosse stato mandato come ambasciatore in Francia da Enrico VIII, per poter avere la libert di frequentare la moglie, madre di Anna Bolena; Thomas aveva intenzione di disconoscerla, facendo ricorso a un processo (***) al quale era stato poi convinto a rinunciare; abbiamo trovato per che non vi corrispondenza nelle date, per cui su queste circostanze, possono sorgere dei dubbi.

In ogni caso, a proposito del conclamato incesto da parte della Chiesa, occorre tener presente che ai tempi della Bibbia i rapporti tra padre e figlie erano consentiti, come la famosa citazione delle figlie del patriarca Lot; poi man mano che si procedeva nella regolamentazione del cattolicesimo, erano stati considerai peccaminosi.

 

 

 

 

*) Non vi dubbio comunque, che il mondo civile si regga sulla ipocrisia, quantomeno corrente-equilibrata, come ci spiega Torquato Accetto nel suo testo, Della dissimulazione onesta.

**) Lo vediamo realizzarsi ancora oggi (2022-23-24) da parte del regime teocratico dellIran, dove si torturano, stuprano, si impiccano e hanno inventato lavvelenamento delle ragazze a scuola, per evitare che vi si rechino, nel nome di un Dio, che consente tante brutalit; tutte giovanissime vite umane che chiedono semplicemente la libert dalla oppressione religiosa; nellindifferenza dellONU e del suo Segretario, che non prendono provvedimenti!

A proposito delle persecuzioni religiose messe in atto da Maria la Sanguinaria, come riferiamo nellapposito paragrafo, David Hume aveva scritto L'uomo non si mostra mai tanto detestabile e irragionevole quanto nelle persecuzioni religiose, che lo pongono, in malignit, a livello degli spiriti infernali e al disotto delle bestie in frenesia.

***) La madre di Anna era Elizabeth Howard (1480-1538), figlia di Thomas Howard duca di Norfolk, discendente di Edoardo III, ed Elizabeth Tilney. Thomas, riferisce Sandero e Pollini, la cit per ripudiarla come adultera, davanti all'arcivescovo di Canterbury, ma poi il proceso non ebbe luogo.

ENRICO VIII E IL SUO

PRIMO MATRIMONIO CON

CATERINA DARAGONA

 

E

nrico VII alla fine dei movimenti che avevano agitato lInghilterra e quando essi si erano calmati e il trono non sembr pi vacillante, aveva pensato a trattare il matrimonio del suo primogenito Arthur di quindici (o sedici) anni, che non godeva di buona salute; era infatti nato di otto mesi e i medici avevano detto che non sarebbe vissuto a lungo; ma a quel tempo i matrimoni erano affari di Stato e non si pensava allet o alle condizioni di salute dei bambini, che erano merce dis cambio.

Il matrimonio di Arthur fu deciso per la figlia diciottenne di Ferdinando e Isabella. Caterina dAragona, che portava il prestigio della casa reale spagnola e una ricchissima dote di duecntomila scudi.

Il matrimonio ebbe luogo il 14 Novembre 1501 e tra i due sposi non vi era stato alcun rapporto fisico con la sposa ed Arthur moriva dopo cinque mesi dal matrimonio, lasciando vergine Caterina.

Enrico VII, notoriamente avaro, sia per non restituire la dote, della quale ne aveva riscosso la met, sia per mantenere legati i due regni e calmare ogni inquietudine con i reali di Spagna, si accordava con lespediente del matrimonio tra il dodicenne principe di Galles, Enrico (futuro Enrico VIII) e la vedova del fratello.

Ma occorreva la dispensa del papa, al quale fu mandata la richiesta ed Enrico VII che doveva ricevere laltra met della dote, volle che essa fosse versata prima del secondo matrimonio. Ma trov lopposizione di Ferdinando, anchegli avaro, che sosteneva che essa dovesse rimanere dote nominale; comunque i due monarchi rimandarono la questione al consenso del papa Giulio II.

Il problema non era semplice in quanto questo genere di matrimonio era vietato dalla Bibbia e la prima richiesta decisiva della Santa Sede fu quella di sapere se il matrimonio tra Arturo e Caterina fosse stato consumato; avuta risposta che il matrimonio non era stato consumato, la dispensa giunse il 6 Dicembre 1503 e i due giovanetti furono solennemente fidanzati.

Ma, il re Enrico VII, prima di morire, probabilmente preso dal rimorso, aveva fatto firmare dal figlio Enrico un atto col quale il giovanetto (che allepoca aveva dodici anni) si impegnava a non sposare Caterina (Reynal, Le Divorce de Henri VIII et Catherine, Amsterdam 1763)), ma, quando Enrico aveva raggiunto i quattordici anni, in presenza di testimoni, dichiarava che non avrebbe sposato nessun'altra, se non Caterina.

Enrico VIII (1491-1547) alla morte del padre (1509), aveva diciotto anni; era aitante, attivo, studioso e particolarmente versato negli studi di religione (scolastica e teologia) pi che a un principe non convenisse. Scriver infatti un libro (in cui vi era la mano di Wolsey e Moro) contro Lutero col titolo Assertio septem sacramentorum adversus Martin Luther: Difesa dei sette sacramenti contro Lutero, che gli far ottenere dal papa il titolo di defensor fidei.

Lutero rispose subito con un libro violento, col quale negava che fosse stato scritto da lui; poi gli scrisse una lettera scusandosi per lacredine che aveva usato, che era rivolta piuttosto nei confronti di coloro che avevano rimaneggiato lo scritto e speculato sul suo nome.

Enrico cominci il regno con feste, tornei e caroselli, attingendo al danaro lasciato dal padre, non solo, ma spingendo con lesempio, i signori, a metter fuori le nascoste ricchezze; componeva musica e puniva i concussori, modi certi per acquistare popolarit ed era strabocchevolmente cupido dei piaceri.

Il primo atto del nuovo re fu di far esaminare e confermare il legame che egli aveva fatto con la vedova del fratello, dal Consiglio reale. Tutti i ministri convennero che gli interessi politici lo richiedevano, ma solo l'arcivesovo di Canterbury e qualche altro ministro avevano suggerito che la religione lo vietasse, ma questa opinione fu abbandonata e il matrimonio fu celebrato sfarzosamente lo stesso anno (1509).

La nuova regina non tard ad apparire incinta, ma i bambini che partoriva non vivevano che poche settimane (*); Maria fu lunica a sopravvivere e, come erede al trono, fu dichiarata principessa del Galles.

Caterina, piccola di statura e non bella, con un viso dalle linee dure, ma era una donna virtuosa, di costumi semplici, dalla vita ritirata; lamore per lordine formava il suo carattere; le cure domestiche, le preghiere e il lavoro erano le sue principali occupazioni. Non aveva talenti e ancor meno pretese, nessuna inclinazione e interesse per gli affari del regno e tantomeno aveva espressioni di femminilit; mancava infatti della grazia femminile e del desiderio di piacere; per di pi era presa da tristezza e malinconia che aumentavano con let e probabilmente erano queste a procurarle le false maternit.

Con queste premesse i due sposi reali vivevano in armonia, nellindifferenza di Enrico che si distraeva con le sue scappatelle con le giovanette, che pescava tra le danigelle della regina; una delle ultime scappatelle era corsa con Maria Bolena che Enrico aveva portato tornando dalla Francia (1520) togliendola a Francesco I, che le aveva lasciato un ricordo venereo, passato, a sua volta, a Enrico.

Un bel giorno (1525), a corte, tra le damigelle d'onore della regina era apparsa Anna Bolena, sorella di Maria, proveniente dalla corte francese; questa giovanetta magra, dal corpo sottile con gli occhi e capelli neri, con modi francesi, e vestita alla francese, portava lo scompiglio nel tranquillo rapporto tra i due reali coniugi.

 

 

 

*) La moria dei bambini e delle madri era determinata principalmente dalla diffusione di batteri per mancanza di igiene e nel caso di Enrico probabilmente anche a causa della sua malattia genetica v. par. Anna Bolena

 

 

LA STRAVAGANTE

AMBIZIONE DI

THOMAS WOLSEY

E SUA TRAMA SUL

MATRIMONIO DEL RE

 

 

T

homas Wolsey era figlio di beccaio di Ipswich (come riferisce padre Pollini che riprende Sotero), il quale volle dare una educazione al figlio e lo aveva avviato alla vita ecclesiastica; ammesso alla universit di Oxford per le sue doti intellettive, ottenne un brillante successo e fu incaricato di seguire leducazione di giovani appartenenti a famiglie distinte del regno.

era stato per poco tempo al servizio di Enrico VII e alla sua morte era entrato nelle buone grazie di Enrico VIII e la sua carriera era stata rapida e brillante; iniziata come cappellano del re e subito dopo, per mezzo del vescovo di Winchester, divenuto elemosiniere.

Quando Enrico si era impadronito di Tournai, nelle Fiandre (1515), Wolsey era stato investito di quel vescovado e delle sue entrate; non molto dopo, ebbe la carica di vescovo di Lincoln e Durham e poi di Winchester e arcivescovo di York con le sostanziose entrate; dopo due anni ebbe la carica di Cancelliere del regno e il papa lo nominava legato a latere, vale a dire suo rappresentante nel regno dInghilterra.

Amante della munificenza e dello sfarzo, indossava abiti di seta e oro e ne guarniva anche le selle e le gualdrappe dei cavalli; usava far portare il cappello cardinalizio posto su un cuscino, da un personaggio dalto grado e quando entrava nella cappella del re, lo faceva deporre sullaltare. Si faceva precedere anche da un prete, alto di statura e avvenente, che portava una colonna dargento con una croce e non soddisfatto di questo sfoggio, al quale si sentiva autorizzato come cardinale, aveva aggiunto un altro prete, di pari bellezza e statura, che portava la croce di York e il popolo se ne prendeva gioco dicendo che un crocifisso non bastava ad espiare i suoi peccati e le sue colpe. John Stow che aveva scritto (1598) un interessantissimo libro di curiosit su Londra di quel periodo A survey London (Veduta di Londra), nel quale diceva che Wolsey aveva quattrocento serventi.

Wolsey era riuscito ad ottenere dal re di Francia e dallimperatore Carlo V ricche abbazie ed era divenuto il padrone assoluto del regno; era stato detto: che il suo gusto era preso non tanto dal gusto per le cose, ma dal disgusto che lo prendeva la mancanza di ci che desiderava.

Carlo V avendo intuito la sua stravagante ambizione, gli scriveva lettere personali firmandole vostro figliuolo e parente Carlo, e, nellintento di ottenere una confederazione con Enrico VIII , per muovere guerra a Francesco I, gli aveva promesso che alla morte di Leone X sarebbe diventato papa.

Ma, alla morte di Leone X Carlo V aveva appoggiato la nomina di Adriano VI (1522-1523) suo maestro e Wolsey, ritenendo di dover dissimulare, sopport con pazienza e attese la morte di Adriano, per la quale non dovette attendere molto.

Quando per alla morte di Adriano fu eletto Clemente VII (1523-1534), Wolsey accorgendosi di non essere tenuto in molta stima dallimperatore e le poche lettere scritte da Carlo, non erano pi scritte di proprio pugno, ma par mano dei segretari, Wolsey pass interamente dalla parte di Francesco I.

Sapendo che Enrico aveva in animo di separarsi da Caterina, (aveva sentito da un astrologo che una femmina stava per essere causa della sua rovina e aveva ritenuto che questa non potesse essere che Caterina), fece chiamare John Longland, vescovo di Lincoln, uomo semplice e scrupoloso, pi di piet che di scienza, che faceva tutto ci che lui gli suggeriva; dopo avergli parlato del matrimonio del re, che era contrario alla legge di Dio, lo nomin confessore di Enrico (1526) e convinse Longland che gli stava a cuore la salvezza dellanima del re, con lintento che gli riferisse tutti i suoi segreti, concludendo che il suo matrimonio con Caterina non gli pareva ben fatto e pericoloso per la coscienza di Enrico.

Longland convinto che ci che gli aveva detto Wolsey non sarebbe dispiaciuto al re, non ritenne di replicare o contraddirlo, ma ritenne opportuno che fosse Il cardinale a riferire al re la sua opinione sul suo matrimonio con Caterina; ci che Wolsey fece durante una conversazione con il re, accennando al riferimento della Bibbia, del divieto posto al fratello, di sposare la vedova del fratello.

Dopo che Wolsey aveva ventilato a Enrico questo divieto posto dalla Bibbia, Enrico aveva cominciato a pensare a elaborare il pensiero del ripudio di Caterina, non solo dedicandosi allo studio dellargomento, ma pensando di conferire lincario a dei teologi, per approfondire il caso ed esaminare anche la dispensa a suo tempo avuta dal papa Giulio II e chiesta quando doveva sposare Caterina.

Il vescovo Longland quindi riferiva a Enrico, che come confessore del re, in coscienza, si sentiva in obbligo di dirgli che tutto il mondo era scandalizzato del suo matrimonio con Caterina e che egli si sentiva obbligato a suggerirgli di volerlo far esaminare da teologi, anche fuori del regno. Questo discorso aveva fatto una certa impressione sul re, sul quale interveniva Wolsey, che gli suggeriva di rompere il matrimonio con Caterina.

Relativamente alle sollecitazioni di Wolsey e del suo confessore, mentre Wolsey pensava al possibile matrimonio con la sorella del re di Francia, Enrico pensava in cuor suo al fidanzamento (non ancora al matrimonio!) con Anna Bolena e scrisse al sommo pontefice Clemente VII, il quale, avendo dei dubbi su una questione cos importante, aveva convocato i teologi che si trovavano a Roma.

Mentre Enrico, dal suo canto, aveva mandato suoi confidenti, fra i quali Richard Crock, in Italia, per interpellare eruditi di Ferrara, Bologna, Padova e Venezia dove primeggiava Francesco Giorgio (noto per la sua opera De Armonia Mundi, Dellarmonia del mondo), offrendo a costoro un ragguardevole premio.

I pareri non furono uniformemente favorevoli ad Enrico in quanto, mentre (si era ritenuto), che alcuni eruditi si erano mostrati favorevoli in quanto interessati al premio (ci che non si poteva dire di Giorgio che si era mostrato favorevole a Enrico, la cui onest era nota), il giudizio del papa e della Santa sede era stato negativo per il re.

Per di pi era in ballo con i francesi non solo il matrimonio di Maria, principessa del Galles, con il duca dOrleans, o con lo stesso Francesco I, che stava trattando Wolsey, interessato a stringere i rapporti con i francesi che gli avrebbero dato ricchi riconoscimenti.

Egli per non immagnava che le segrete intenzioni di Enrico, fossero quelle di divorziare da Caterina per sposare Anna Bolena, mentre egli mirava al matrimonio di Enrico con la sorella di Francesco I, duchessa dAlenon (rimasta vedova del duca dAlenon), che avrebbe rafforzato la sua personale posizione e nello stesso tempo avrebbe salvaguardato la pace dei due regni. mentre Anna Bolena poteva esser tenuta come concubina (cit. padre Pollini).

Questi avvenimenti si stavano verificando quando le truppe di lanzichenecchi del duca Carlo di Borbone saccheggiavano Roma (1527) e il duca era ucciso da una schioppettata che Benvemuto Cellini si vantava di avergli sparato e quando Francesco I era liberato dalla prigionia di Carlo V, sostituito dalla consegna dei suoi due figli (v. in Art. Diana di Poitiers ecc.).

 

 

IL DIVORZIO

DI ENRICO VIII

E CADUTA IN DISGRAZIA

DI WOLSEY

 

I

l papa Clemente VII aveva mandato il cardinale Campeggio in Inghilterra con lincarico che con il cardinale Thomas Wolsey fosse deciso il divorzio; ludienza fu fissata nel convento di san Domenico (28 Maggio 1529), alla quale il re non comparve, ma interveniva solo Caterina che non ritenendo regolare la procedura, si appellava al papa, perch: Il luogo non era idoneo per un giudizio; i giudici erano sospetti in quanto erano obbligati e soggetti al re, in quanto Wolsey era titolare di vescovati inglesi e Campeggio di un vescovato donatogli dal re; essi non accogliendo lappello al papa, facevano cosa grata al re.

Presentatosi successivamente il re di persona, disse che egli era spinto a chiedere il divorzio, non dallodio verso la regina, ma da scrupolo di coscienza e che i giudici erano uomini dottissimi, nominati dal sommo pontefice, supremo capo della Chiesa, ai quali si potesse dare lincarico di risolvere la lite, mentre dal suo canto, la regina sollecitava laccoglimento del suo appello al papa.

Alla udienza erano convenuti esponenti del parlamento e popolo e la regina sedeva dalla parte sinistra, mentre il re era sulla destra, sotto un baldacchino; la regina, mettendoglisi davanti in ginocchio gli disse che mentre lui era re nel suo reame, lei era una forestiera e lo pregava umilmente e amorosamente, di far proseguire la lite in Roma, presso il papa, padre di tutti i cristiani e giudice accettato dallo stesso re. Il re, levatosi in piedi disse che accettava di buona licenza ci che chiedeva la regina.

Il papa, accogliendo la richiesta di Caterina richiamava il cardinale Campeggio e disponeva che la causa fosse trattata a Roma assegndola a Paolo Capisaco, decano del Sacro Palazzo Apostolico. Fissata ludienza per la comparizione dei procuratori delle parti, la regina era rappresentata da Tommaso Moro: la sentenza emessa (1528), respingeva la richiesta di divorzio.

Enrico aveva un trabocco dira, addossando tutta la colpa a Wolsey e ne approfittarono tutti coloro che odiavano il cardinale per invidia, i quali scrissero un memoriale di malvagit che presentarono al re.

Procuratore del re era il suo segretario Stefano Gardner, il quale al ritorno da Roma chiese a Wolsey, in presenza del re e del Consiglio reale, di indicare chi fossero stati gli autori e inventori del divorzio. Non potr mai negare di essere stato io solo - rispose Wolsey - che se questa causa a questora non fosse cominciata, aggiunse, giudicherei che quanto prima dovesse comimciare.

Il re non fece trasparire i suoi sentimenti, ma quando Wolsey si era presentato per la solita conversazione con Enrico, non fu ammesso alludienza e Wolsey si rese subito conto dei sentimenti covati dal re; privato del vescovato di Winchester, assegnato a Stefano Gardner, non molto tempo dopo il re nominava Cancelliere, prima Thomas Howard, duca di Norfolk, e poi Tommaso Moro (1529).

Moro, vedendo che i provvedimenti del re e del parlamento inclinavano a una separazione dalla Chiesa di Roma e a un cambiamento di religione, che si opponevano ai suoi fermi principi, rinunzi al gran sigillo e scese dallo scanno (1532) con maggior soddisfazione che non avesse provato nel salirvi (cit. D. Hume).

Di grande intelletto e di spirito allegro, scherzoso e bizzarro, Moro, aveva disposizione per le facezie e per i motteggi; il re cercava la sua compagnia e amava conversare con lui; Moro era legato alla religione fino al pi stretto integralismo; infatti, quando fu coinvolto nella questione del divorzio del re, volle dar prova della sua fermezza di carattere accettando il martirio.

Moro si era rifiutato di rionoscere, secondo la legge statutaria, che il re fosse costituito capo supremo della Chiesa dInghilterra e aveva assunto la insolita posizione di non dare una risposta, in base al brocardo romanistico secondo il quale qui tacet, neque negat neque utique faterur, vale a dire che chi tace non nega, n in alcun modo parla, o, come egli soleva dire lAtto del Parlamento come una spada a doppio taglio, perch se si risponde in un modo, si rischia la morte dellanima e se si risponde nellaltro, si rischia la morte del corpo.

Era tanto convinto della vita eterna dellanima, che alla moglie che lo scongiurava di obbedire al re e conservare la vita, rispose che non intendeva scambiare venti anni della vita terrena con leternit!

Anche sul patibolo Moro non aveva perso il suo senso dellhumor in quanto, mettendo la testa sul ceppo, la sua lunga barba sarebbe stata in gran parte tagliata; preg il boia di accomodargliela in modo che non fosse tagliata; il boia, meravigliato, gli disse: che vi importa della barba quando avrete tagliata la testa; Moro soggiunse; Non importa a me, ma bene a te, per essere censurato di non saper fare bene il tuo dovere, essendo stato comandato di tagliarmi il capo e non la barba!

Tornando a Wolsey, dopo aver soggiornato ad Asher, aveva ottenuto di passare a Richmond, avuto in compenso di Hampton-Court, da cui i nobili avevano ottenuto di farlo sloggiare (questo palazzo era stato definito da Gregorio Leti il pi superbo, magnifico, delizioso dEuropa); avendo poi dovuto lasciare il vescovato di York, Wolsey aveva fissato la sua dimora a Cawood nello Yorkshire dove era stato molto apprezzato per la sua gentilezza e ospitalit.

Dovendo celebrare un pontificale, voleva indossare una mitra piena di gemme che gli era stata sequestrata dal re e aveva mandato a richiederla, ma il re aveva dato ordine al conte Enrico di Northumberland, di arrestarlo per fellonia e condurlo a Londra per essere processato. Improvvisamente durante il viaggio, Wolsey fu colto da diarrea e fu condotto alla badia di Leicester dove disse ai monaci che vi si era recato per lasciarvi le sue ossa; messo a letto non si rialz pi (cit. D. Hume); per questa sua morte improvvisa si era sospettato che si fosse avvelenato, ma probabile che la morte (1530) fosse stata naturale, togliendo cos al suo re, il gusto di fargli tagliare la testa! Limmensa quantit dei beni da lui accumulati gli fu sequestrata con York Place e poi Withe Hall, che egli aveva fatto ampliare ed arredare con magnificenza, Enrico ne fece residenza reale.

 

 

 

WOLSEY

PROMOTORE DEGLI STUDI

UMANISTICI

 

 

 

I

l nome di Thomas Wolsey e della sua genialit, legato agli studi umanistici che si erano affermati in Inghilterra nel XVmo sec., con Enrico VII e proseguiti con Enrico VIII ed Elisabetta.

Il celebre grammatico William Lilly che aveva studiato greco a Roma, aveva aperto per primo un corso di greco (1512) presso la Scuola di San Paolo, fondata da John Colet (1467-1519), considerato uno degli uomini pi colti della sua epoca. Wolsey, come promotore successore di Fox, aveva fondato un scuola a Ipswich (sua citt natale) e il Collegio del Corpus Christi a Oxford, dove alle altre cattedre, ne aveva aggiunte due, una di retorica e umanistica e laltra per linsegnamento del greco.

Aveva inoltre aveva inviato una lettera a tutti gli insegnanti del regno, invitandoli a insegnare ai giovani la elegante letteratura greca e latina. Erasmo aveva elogiato il grande cardinale, dicendo che aveva introdotto nel suo paese le lingue classiche, senza le quali nessuna istruzione sarebbe stata mai perfetta. Malgrado il potente patronato di Fox e Wolsey, gli studi da essi introdotti avevano avuto numerore resistenze e attacchi. Colet, in una lettera a Erasmo, gli riferiva di essere stato censurato in una pubblica assemblea, di avere una casa di idolatria. Ma dopo qualche tempo, man mano che i riformatori si andavano affermando, essi divennero i principali sostenitori del greco e i nuovi studi avevano trovato caldi partigiani tra i cattolici.

E noto che i riformatori avevano stabilito lonnipotenza delle Sacre Scritture proprio nei confronti dei loro avversari: i costumi, la tradizione i decreti dei papi e dei concili, la stessa traduzione latina, per essi non avevano alcun valore, n costituivano punto di fede (come era stato stabilito dai cattolici); il testo originale del Nuovo Testamento greco, era il solo testo che essi ritenevano ammettere; per questo si doveva studiare il greco. Le prime edizioni del Testamento greco del cardinale Ximenez erano del 1514, pubblicate nel 1522; nel 1516 apparve il Nuovo Testamento di Erasmo, che aveva suscitato violenti clamori in quanto si diceva che il libro contenesse sue invenzioni e che egli aveva intenzione di stabilire una nuova religione.

Erasmo aveva cercato di calmare la tempesta facendo riferimento alla grammatica greca di Crisolora (pubblicata da Aldo Manuzio v. Art. Ventata di umanesimo ecc.); ma i clamori erano contro di lui e il suo Nuovo Testamento era stato messo allindice e i funzionari delle universit avevano dichiarato che tutti coloro che fossero stati trovati in possesso di questopera, sarebbero stati puniti con un ammenda.

Le universit inglesi, come quelle dEuropa, erano divise i greche e troiane; queste ultime avversavano i nuovi studi e reclutavano i loro membri per mezzo dei monaci e partigiani della vecchia religione. I troiani perdevano terreno quando Enrico VIII che aveva grandi pretese e spirito versato per gli studi, si era mostrato favorevole ai nuovi studi. E sia per capriccio, sia per amore della novit, egli aveva accolto queste innovazioni che ottennero considerevole successo.

Erasmo riferiva che un predicatore dellUniversit di Oxford, avendo arringato con violenza, gli uditori, vietando loro di leggere le Scritture nella lingua materna; questo predicatore era stato approvato da Enrico, che emetteva unordinanza con la quale permetteva lo studio delle Scritture in greco ed in ebraico, dichiarando che questo studio costituiva una branca indispensabile di tutta listruzione accademica.

In altra occasione, uno dei cappellani del re, avendo attaccato con violenza lo studio del greco, Enrico, subdolamente gli aveva ordinato di sostenere pubblicamente la sua tesi con Tommaso Moro ... che lo riduceva al silenzio ... e il cappellano dichiarava di essersi riconciliato con la lingua greca, in quanto aveva ritenuto che essa derivasse dallebraico; dopo che cadendo in ginocchio davanti al re, gli chiedeva perdono e il re dandogli il permesso di ritirarsi, gli ingiungeva di non pi comparire innanzi a lui.

Sotto il regno di Maria le lettere e le scienze furono oggetto di una specie di culto; Elisabetta laveva seguita e aveva avuto tutto il tempo per farle accrescere; lo studio del francese, che dopo la conquista normanna era la lingua pi usata dellinglese, dalle scuole alte fu estesa alle medie; litaliano e lo spagnolo divennero di moda e la lingua inglese di quel periodo differiva di poco da quella precedentemente parlata; questo periodo era stato designato come lepoca della cultura dai numerosi personaggi che erano emersi come Cranmer, Ridley, de Tunstal, Gariner, Pole e i molti ecclesiastici che si erano distinti, come Richard Pace, sir John Cheke e sirThomas Smith; e di ellenisti, oltre a Colet e Lilly vi furono John Leland al quale lInghilterra deve la conservazione di monumenti preziosi senza la quale sarebbero periti sui quali brillava la stella di Tommaso Moro, con Desiderio Erasmo che era stato suo amico; nella medicina aveva primeggiato Thomas Linacer, uno degli uomini pi istruiti del suo tempo; Roger Asham, che scriveva in inglese e latino, era lautore del Toxophilus (La scuola di tiro), lunico libro scritto in Occidente sul tiro dellarco, in pace e in guerra, in versi e in inglese, pubblicato nel 1553, ammirevole per leleganza e la purezza di stile

Il latinista Walter Haddon, Buchanan che scriveva versi latini, larcivescovo Parker, il vescovo Andrews, Thomas Wilson che aveva scritto un trattato sulla retorica. Molti di costoro erano del tempo di Enrico VIII che aveva la predisposizione per le lettere e le scienze in quanto nella sua infanzia era stato avviato alla carriera ecclesiastica e i suoi tre figli anche se di salute cagionevole, erano dotati di alte doti intellettive.

Erasmo aveva commentato diverse lettere di Maria, scritte inn Latino; Elisabetta (v. P.II), scriveva e parlava in latino , francese, spagnolo (che non amava) italiano e in greco. Asham che le aveva insegnato questa lingua, aveva detto che dopo essere salita al trono, leggeva spesso dei passi di autori greci. In questo periodo erano emerse molte donne colte, come Jean Grey di cui abbiamo gi detto che leggeva Platoni in greco, la contessa Maria di Arundel lady Jean Lumely e la duchessa Maria di Norfolk che avevano tradotto opere dal greco inm latino e in inglese; le due figlie Joane o Jane aveva sposato John Clement, suo professore e Margaret che aveva sposato William Roper, biografo del Cancelliere. considerta una delle donne pi colte della sua epoca, e infine le ttre figlie di sir Anthony Cooke, Mildred che aveva sposato lord Burglay e il suo nome era stato cantato dalla musa di Buchanan; Anne, la seconda divenne governante di Edoardo VI, e pi tardi spos sir Nicolas Bacon; e Catherine la pi giovane che aveva sposato Henry Killigrew, rinomata per la sua erudizione, che oltre al greco e latino, conosceva lebraico.

 

 

 

 

 

 

Ritratto di ignoto

Firenze Galleria degli Uffizi

 

 

LO SCOMPIGLIO

DI

ENRICO VIII

CREATO DA

ANNA BOLENA

 

 

 

A

nna Bolena, quindicenne, si era recata in Francia (1515) al seguito della sorella di Enrico VIII, la principessa Maria (1496-1533), divenuta regina di Francia per aver sposato Luigi XII, lei di sedici anni (ma, ad ogni buon conto, aveva gi dato il suo cuore al giovane visconte di Lilla che laccompagnava che diventer duca di Suffolk), lui di cinquantatr, carico di acciacchi, il quale preso dallerotismo che gli suscitava la bella e giovanissima moglie, dopo tre mesi di matrimonio, rendeva la sua animaa a Dio.

Per il ricambio avvenuto a Corte, Anna rimaneva come damigella d'onore della nuova regina Claudia, moglie di Francesco I, che era succeduto a Luigi XII, e dopo la morte della regina Claudia, diveniva damigella d'onore della duchessa dAlenon, sorella di Francesco I; dopo questo apprendistato, rientrava in Inghilterra (1525) accolta a Corte come damigella della regina Caterina (che in quel periodo aveva quarantasei anni, Anna ventisei ed Enrico trentotto).

Alla Corte francese prima di Anna, vi era stata la sorella, Maria Bolena, che era una bella ragazza con labbra voluttuose, colta nella sua freschezza da Francesco I, portatore di sifilide che dispensava alle sue amanti (v. in Art. Diana di Poitiers ecc.) e quando Enrico si era recato al Campo del drappo doro (*), laveva presa con s, riportandola in Inghilterra.

Il nonno delle due sorelle Maria e Anna, era Goffredo Boulen, mercante, che era stato sindaco di Londra (1457); il primo a distinguersi nella famiglia; era stato suo figlio Guglielmo a elevarsi di grado, sposando una figlia di Thomas Butler conte di Ormond; il figlio di costoro, Thomas Boulen aveva sposato Elisabeth, figlia di Thomas Howard duca di Norfolk, da cui aveva avuto un maschio, Giorgio, visconte di Rochefort e due femmine, che erano Maria, che in seguito sposava William Carey, Gran Scudiero e Anna; le due sorelle, come abbiamo detto, erano state ambedue alla Corte francese, che per le giovani fanciulle della nobilt era una specie di lupanare di lusso, atto a svezzarle.

Nella descrizione di p. Pollini, Anna era di alta statura, dai capelli neri, dal viso molto lungo, di colore pallido come se avesse patito spargimento di fiele; nella gengiva superiore aveva un sopradente e nella mano destra, che copriva, aveva un sesto dito; sotto il mento aveva un gonfiore di carne (gozzo, ma per altri lo aveva tra le due mammelle che sembrava ne avesse tre!), onde per ricoprire la deformit soleva coprire il collo e il petto, cos seguita nella moda degli abiti, dalle altre dame di palazzo.

Per il resto appariva affatto bella e specialmente leggiadra nelle labbra, gentile nelle facezie e grazia nel ballare e giocare; i vestiti che ogni giorno cambiava, erano bellissimi e fu sempre singolare e per tutti i cortigiani, esempio e specchio.

Ma per quella parte che appartiene alle aspirazioni, fu piena di ambizione, invidia e disonest e fin da quando era fanciulla di quindici anni, per cominciare a dare buon saggio di s, si accoppi con il coppiere Thomas Boleyn e con il suo cappellano. Fu poi mandata alla Corte francese - prosegue p. Pollini - dove viveva tanto poco onestamente che era chiamata acchinea, cavalla inglese ed essendo venuta in gran dimestichezza e familiarit con il re (Francesco I) era chiamata la mula del re e pur essendo macchiata delleresia luterana, seguiva lusanza di quella Corte di andare a messa e seguire lusanza del re cattolico.

Tornata in Inghilterra era entrata nella famiglia del re (come damigella di Caterina) rendendosi avveduta e astuta, avendole il re fatto mostra delle fiamme che per lei portava nel petto. ed essendosi accorta di quanto egli agevolmente mutasse capriccio con le altre concubine e ricordando come erano miseramente cadute dalla grazia e favore, prima sua madre e poi sua sorella, cominci a non prestare orecchio alle lusinghevoli parole e combattimenti amorosi del re, se egli non lavesse presa in moglie. E quanto pi il re la combatteva, tanto pi lei faceva resistenza, santamente giurando che nessuno avrebbe avuto il fiore della sua verginit, se non a colui che le fosse stato marito sommamente fingendo, giacendo seco, di esporre il suo corpo al peccato. Con queste arti - proseguiva p. Pollini - Anna immischiava lanimo e il cuore del re che di lei, ogni giorno, pi che mai invaghito, ripudiava Caterina, per prendere una vergine, cos buona e cos santa, come era Anna Bolena.

Non vorrei, scrive p. Pollini, che i lettori pi prudenti mi biasimassero, parendo loro che in questa storia io racconti alcune cose che per essere minime e vilissime di qualit, rispetto alla qualit della storia, sarebbe stato meglio tacerle, perch a me parso non doverle tacere, non solamente perch sono state scritte dal grande Nicol Sandero, ma perch seguendo la verit della storia, queste minuzie mi servono per manifestare quanto sia cieca la passione dellamore poco onesto, che ebbe la forza di far traboccare Enrico che, potentissimo e giudiziosissimo principe, macchiava la fama e lonore proprio con la perpetua rovina di quel reame (come si vede p. Pollini altrettanto generoso con il re! ndr.).

Cos pensava p. Pollini, ma per noi che li leggiamo a distanza di secoli, quegli avvenimenti se accaduti, sono da considerare superati, che non avevano avuto grandi conseguenze sugli sviluppi del regno, sia con Enrico VIII, sia con Elisabetta che vedremo brillare di luce propria.

D. Hume (op.cit.) ritiene al contrario, che Anna Bolena fosse di costumi innocenti, anzi virtuosi ma un certo non so che di gaio e leggero nel contegno, la metteva fuor di guardia e la rendeva meno circospetta sui doveri della sua situazione e la sua educazione francese la portava a non osservare la rigida etichetta inglese.

Ritornando a fonti meno ardenti, labate Raynal scriveva (Histoire du divorce de Henri VIII et Cathrine dAragon, Paris, 1763) che Anna anche se non bella, era piccante, sprizzava fascino, il suo insieme sorpassava la stessa bellezza, una taglia perfetta, il gusto per la danza, una voce toccante e il talento per suonare diversi strumenti, rivelavano lesplodere della sua prima giovinezza; aveva appreso delle maniere, un tono, dei modi che avevaano fatto fissare su di lei lammirazione della Corte di Londra.

Il primo ad essere colpito dal suo fascino, era stato Henry (per altri, Thomas) Percy figlio del conte di Northumberland, della prima nobilt, col quale era fidanzata; sebbene nipote del duca di Norfolk, non poteva competere con Percy che alla morte del padre sarebbe divenuto il sesto o settimo conte di Northumberland, a lei superiore per ricchezza e nobilt (cit. Raynal) .

In ogni caso Percy, pur nella consapevolezza dei desideri del re, insisteva nellintenzione di sposare Anna, nonostante il padre gli avesse fatto rilevare a quali pericoli si esponesse, se continuava ad inistere nel disegno di sposare Anna Bolena e trattandolo da folle e insensato, gli rimproverava la sua cattiva condotta e inutilmente lo aveva minacciato di diseredarlo. Alla fine Percy si sottometteva, lasciando libera Anna Bolena e sposando poco tempo dopo, la figlia del conte Giorgio di Shrewsbury, che moriva (1526) dopo il matrimonio della figlia con Percy.

Nel frattempo Enrico, dopo aver nominato Anna Bolena, marchesa di Pembroke (settembre 1532), nel mese di novembre faceva chiamare un prete di nome Orlando Lec (che sar nominato vescovo di Coventry) e faceva celebrare le nozze seguendo il rito cattolico, in una cappella di Withe-Hall; alla cerimonia erano presenti Thomas Cranmer (di recente nominato da Enrico arcivescovo di Canterbury, per la morte dellarcivescovo William Warham) e il duca di Norfolk, zio di Anna che rimase incinta poco dopo il matrimonio, dando prova di aver ceduto anzitempo alle voglie del re.

Enrico, resosi conto che la gravidanza progrediva ritenne fosse giunto il momento di rendere pubblico il matrimonio (1533) e fece emettere una sentenza che invalidava il matrimonio con Caterina e dopo che Anna era stata, con grande sfarzo, incoronata regina (1533); nel mese di settembre nasceva Elisabetta che, per la gioia del re ebbe anchessa il titolo di principessa del Galles; ci era avvenuto prima che fosse dichiarato nullo il matrimonio con Caterina (che morir nel gennaio del 1535).

Elisabetta (1533-1603) era lunica sana, nata da questa unione, su tre aborti dovuti a tare portate dal patrimonio genetico dei Tudor, che due ricercatrici hanno individuato nella sindrome degenerativa di McLeod, che si era sviluppata a quarantanni (vale a dire dal 1531) e aveva comportato il deterioramento fisico e psichico di Enrico; ma, a nostro parere i due mali che lo affliggevano gi da prima erano, pi banalmente, la sifilide e il diabete.

 

 

*) Il Campo del Drappo doro era stato il grande avvenimento del 1520 in cui Entico VIII ncontrava Francesco I (1520) tra Guines e Ardres, nella pi inusitata magnifocenza, ciacuno con il proprio seguito, fissato nel numero di cinquemila partecipanti; i nobili che vi parteciparono si ingolfarono di debiti, di cui molti non se ne liberarono per tutta la vita; il duca di Backingham (discendente in linea femminile dal duca di Glaucester, figlio di Edoardo III, primeggiava per lignaggio e ricchezza; pur essendo ricco, era economo e nel vedere a quale ingente spesa giunsero gli allestimenti, usc in parole disgustose nei confronti di Walsey, ritenendolo lautore della spesa; questa imprudenza non fu dimenticata. Infatuato di astrologia giudiziaria, un frate certosino di nome Hopkins lo convinse che un giorno sarebbe salito sul trono dInghilterra. Era giunto a minacciare la vita del re; fu tratto in giudizio e il duca di Norfolk il cui figlio, conte di Surrey aveva sposato la figlia di Buckingam, fu creato lord maggiore per eseguire la sentenza; Edward Stafford, duca di Buckingam, condannato a morte, non venne graziato dal re, come si riteneva, per la vendetta covata da Wolsey; il suo palazzo fu destinato ad abitazione reale.

 

EMERGE

THOMAS CROMWELL

FINITO SUL ROGO

LA CONDANNA

PER ANNA BOLENA

E MUTATA

IN DECAPITAZIONE

 

 

I

n questo periodo sale la scala degli onori alla maniera di Wolsey, lambizioso Thomas Cromwell, nemico del clero cattolico, entrato nelle simpatie di Anna e per i consigli dati ad Enrico, nominato Tesoriere, Cancelliere del regno e Vicario generale o vicereggente, nuova carica che gli assegnava il potere assoluto sulla Chiesa.

Il suo matrimonio lo aveva fatto scacciare dalla Universit di Cambridge dove insegnava ed era stato il primo a scivere un libro sul divorzio del re (1530) pi ardito di ogni altro teologo, che gli procur la celebrit e le simpatie del re.

Alla morte dellarcivescovo Warham (1532) fu eletto arcivescovo di Canterbury, vale a dire primate dInghilterra, ma la bolla di nomina del papa giungeva lanno successivo (1533), con il suo giuramento di fedelt al papa, che non si poteva conciliare n con la sua dottrina (era di animo luterano scrive Raynal in cit, Divorce), n con la sua condotta: pubblicamente era il ministro delle passioni di Enrico; infatti dichiarava nullo il matrimonio di Enrico e Caterina, le cui conseguenze abbiamo gi esaminato. Cromwell instaur una politica inquisitoria nei confronti dei monasteri che faceva ispezionare dai suoi commissari; il suo primo provvedimento fu di congedare i frati e le monache che non avessero compiuto i ventiquattro anni. Poi fu la volta del provvedimento del Parlamento che sopprimeva i monasteri con un reddito sotto le duecento sterline, che erano i monasteri pi licenziosi; ma in tutto ne furono aboliti seicentoquarantacinque, oltre agli arredi e argenteria per centomila sterline; con la conseguenza che furono immessi sulle strade diecimila accattoni.

Anche la stella di Cromwell, nominato conte di Essex e insignito dell Ordine della Giarrettiera, fino ad allora assegnata a personaggi di alto lignaggio, doveva tramomtare a causa della sua avidit. Odiato dai nobili per aver accumulato una infinit di cariche, dai catttolici come nemico della loro religione e dai protestanti perch concorreva nelle persecuzioni contro di loro, anche il re se ne voleva disfare perch riteneva che gli aveva fatto perdere lamore dei sudditi.

E il periodo, come vederemo, dellamore di Enrico per Caterina Howard, nipote, del duca di Norfolk, che odiava Cromwell e lo fece arrestare senza processo, con la sola dichiarazione della Camera dei Pari che lo accusava di eresia e delitto contro lo Stato e con lapprovazione della Camera dei Comuni; inutile era stata una accorata lettera che aveva scritto a Enrico dalla Torre: Cromwell fu arso vivo.

Anna aveva avuto un altro aborto ed Enrico smaniava per avere un figlio maschio; a Greenwich dove si trovava la Corte, si stava svolgendo un torneo ed Enrico aveva visto Anna che da una finestra aveva lasciato cadere un fazzoletto per un favorito che stava passando in quel momento, perch si asciugasse il sudore del viso,

Enrico prestava orecchio alle voci maligne della viscontessa di Rocheford (che gli faceva da mezzana per gli amori clandestini), moglie di Giorgio Boleyn, visconte di Rocheford, fratello di Anna, la quale nutriva un vero odio per la cognata e tacciava suo marito di avere una tresca con la sorella, mentre Enrico Norris, capo del Guardaroba, Weston e Brereton, gentiluomini di camera e Marco Smenton sovrintendente di camera, godevano le grazie della regina e la servivano forse con troppo zelo, da dar luogo ai pettegolezzi.

La gelosia di Enrico non derivava dallaffetto, ma dallorgoglio ed era dovuta alla circostanza che aveva gi messo gli occhi su una giovane damigella del seguito di Anna (che Anna aveva potuto vedere un giorno mentre la teneva sulle sue ginocchia), di singolare bellezza; costei era Jean Seymur, figlia di sir John Seymur e le intenzioni che frullavano nella mente di Enrico, nei confronti di Anna, non erano delle migliori.

Egli, per la scena del fazzoletto, in preda alla gelosia, abbandon Greenwich e se ne torn a Londra mentre Anna ricevette lordine di rimanere nella sua stanza, mentre Norris, Weston, Brereton, Smenton e il fratello Giorgio furano arrestati; il giorno seguente Anna fu prelevata per essere portata alla Torre di Londra ed ebbe una crisi isterica in quanto non riuscivaa a spiegarsi il motivo di ci che stava accadendo.

Norris, Weston, Brereton, Smenton dopo essere stati suppliziati, furono condannati per condotta criminosa con la regina; Anna e il fratello Giorgio furono condannati da un collegio di giurati composto dal duca di Sussex, marchese di Exeter, conte di Arundel e duca di Norfolk, zio di Anna (mentre padre Pollini aggiunge anche Thomas Bolen che, per quanto abbiamo detto, non si considerava padre di Anna), per incesto; Anna era condannata a essere bruciata o decapitata a scelta del re, il quale la grazi concedendole la decapitazione (maggio 1536); inutile fu una sua acccorata e pietosa lettera al re che aveva gi maturato lintenzione di sostituirla con il suo nuovo gioiello.

Non pago della condanna, Enrico volle far dichiararre nullo il matrimonio con Anna, non rendendosi conto che con la nullit del matrimonio venivano a cadere tutte le accuse di incesto e infedelt che a lei si erano volute addebitare; decise anche di dichiarare illegittima la prole dei due matrimoni con pene per chi avesse asserito il contrario; mentre il Parlamento, ligio ai suoi voleri, ratificava tutte le sue decisioni.

 

 

NUOVO MATRIMONIO

DI ENRICO CON

JEANE SEYMUR

RIFORMA DEL CULTO

E PERSECUZIONE DEI

PARENTI E AMICI

DEL CARDINAL POLO

 

 

D

opo aver sposato Jeane e annullato ogni riconoscimento di figli nati precedentemente al matrimonio con la Seymur, Enrico riun un Concilio (1536) per decidere la forma del culto che si dovesse seguire e dando incarico a Cromwel,l si decise che Pater noster e Ave fossero recitati in lingua inglese e fu scritto un libretto cattolico, in cui si ordinava ci che si dovesse credere ed osservare e per i cattolici conteneva sei punti essenziali sul Santissimo Sacramento, con la transustantazione; questo sacramento si poteva ricevere in una sola forma; rimaneva il celibato per i sacerdoti e losservanzaa della castit e vedovato; rimaneva la celebrazione della messa e infinea si manteneva la confessione segreta.

Inoltre nel 1539 fu emesso un bill (erano i decreti emessi dal re) con sei articoli che imponeva losservanza di norme cattoliche, escludendo il riconoscimento dellautorit del papa. Si stabil infine che chiunque discustesse di religione, fosse considerato eretico.

Inoltre, per la tendenza di Cromwell verso il protestantesimo e dopo averli combattuti, si fissavano principi comuni a luterani e zwigliani. Cromwell era decapitato (1540) e nel 1543 era pubblicato il Libro del re; manteneva i sacramenti del battesimo, eucaristia e penitenza, sebbene questultima non fosse stata ordinata da Cristo; il nome del papa era eliminato, sostituito dal suo (il nuovo Papa Paolo III pubblicava la sentenza di scomunica e nullit del matrimonio emessa da Clemente VII e non pubblicata) ed eliminato anche il purgatorio; disponeva un nuovo ordine dei vescovi. Stabiliva che i minori dei ventiquattro anni uscissero dai monasteri e tornassero al secolo; quelli che superavano tale et potevano fare lo stesso. Infine spogli gli altari e le chiese di tutte le reliquie, ornamenti e cose pregiate.

I cattolici in molte province del Nord presero le armi ed Enrico mand i duchi di Norfolk e Suffolk per sedare le rivolte; esse furono sedate con il giuramento, da parte di Enrico che le disposizioni sarebbero state emendate e, una volta sedate le rivolte, furono giustiziati per mano del boia (1537) duemilaottocento cattolici, compresi nobili e abati.

Non fu risparmiato il figlio del primo signore del regno, duca di Norfolk, Thomas Howard, col pretesto che avesse contratto parola di matrimonio con Margherita Tudor, sorella di Enrico, il quale fu arrestato e poi trovato morto avvelenato; in questo periodo moriva anche il figlio naturale di Enrico ed Elisabeth Blount (*), Henry Fitz-Roy, duca di Richmond e Somerset, morto senza figli.

Jane Seymur, minata dalla consunzione, (1537) metteva al mondo il figlio Edoardo (1537-1553); il parto si presentava difficile e ad Enrico fu chiesto se volesse che rimanesse in vita la madre o il figlio; il re rispose di salvare il figlio, che di mogli ne avrebbe agevolmente trovate; Jane mor e il figlio Edoardo fu salvo, ma era malaticcio e, come vedremo, mor a sedici anni.

Il papa Paolo III (1534-1549) con lintento di trovare una pacificazione, nominava cardinale Reginald Polo (Poole 1500-1558), figlio della contessa di Salisbury, di stirpe regia, in quanto figlia di Giorgio, duca di Clarence, fratello di Edoardo IV, il quale era a studiare a Parigi quando il clero francese si era dichiarato contrario al divorzio di Enrico VIII, ma lui con linviato del re si era mantenuto estraneo alla diatriba.

Il re voleva averlo nelle sue mani e aveva chiesto a Francesco I di mandarlo in Inghilterra; Polo, recandosi a Cambrai aveva appreso che in Inghilterra era stato dichiarato colpevole di lesa maest e che sulla sua testa era stata fissata una taglia di cinquantamila scudi.

Il papa, informato, lo chiam a Roma e gli assegn delle guardie per salvaguardare la sua sicurezza, nominandolo suo legato nelle Fiandre. Enrico, irritato perch gli era sfuggito, sfog la sua collera contro i suoi parenti e amici e fece tagliare la testa (1541) alla madre che era in et avanzata, alla marchesa Gertrude dEx, ad Adrian Fortecu e Thomas dIngley, cavaliere dellOrdine di San Giovanni di Gerusalemme, a Henry Polo, signore di Montaigu e a sir Goffredo, fratelli di Reginald, a Henry de Courtenay, marchese dEx e conte di Devonshire (figlio di una figlia di Edoardo IV), a Eduard Nevil, della Casa dei conti di Warwic e Salisbury e a due preti (Sandero op. cit.); di tutti costoro, solo Goffredo della Poole era stato graziato.

 

 

*) Era la seconda esperienza amorosa di Enrico durante il matrimonio con Caterina; Elisabeth era presente a una festa di Natale del 1514 nella quale Elisabeth aveva cantato e danzato e il re le aveva donato una villa nella contea del Sussex ... e nel 1519 era nato Fritz-Roy, sei anni dopo fu creato duca di Richmond; Elisabeth tra il 1522 e 1523 sposava uno dei principali ufficiali di Wolsey, Gilbert Talboys al quale Enrico donava grandi somme di danaro e diversi manieri nelle contee di Lincoln e York e nel 1524 Gilbert era nominato sceriffo di Lincoln Shire. La prima esperienza, dopo nove anni di matrimonio con Caterina, pare che Enrico lavesse avuta con una delle due sorelle del duca di Bukingham (1510), che vivevano a Cort; una era favorita della regina e laltra amata da Enrico; da questo rapporto sarebbe nato il risentimento tra il re e il duca che finir decapitato (1521).

 

ANNA DI CLEVES

E RIPUDIATA E

CATERINA HOWARD

FINISCE SUL PATIBOLO

 

 

E

ra stato Cromwell ad aizzare Enrico contro Polo e perseguitare i cattolici e poich in Germania era morto il cattolico duca di Gheldria e gli era succeduto il duca Gugliemo di Cleves, capo dei principi protestanti, riuniti contro limperatore nella Lega di Smalcalda, Cromwell, per fortificare lalleanza col principe germanico, aveva pensato al matrimonio tra Enrico e la sorella del duca, Anna di Cleves.

Un ritratto di Hans Holbein fece decidere Enrico al matrimonio e Anna fu spedita in Inghilterra; Enrico era curioso di vederla, per accertarsi che fosse rotonda nel fisico, in quanto lui era gi in uno stato avanzato di pinguedine (*).

Curioso di vederla, si rec segretamente a Rochester e sebbene lavesse trovata grande e pienotta come desiderava, gli parve priva di bellezza (come in effetti appare dai ritratti che vediamo noi, non di quelli mostrati al re! ndr.) e la giudic una cavallaccia fiamminga; le cose peggiorarono quando si accorse che Anna parlava lolandese, che lui non conosceva e gli veniva a mancare il piacere della conversazione che egli amava e lo avrebbe ripagato della sua grossolana figura.

Tornato a Greenwich di malumore, i suoi consiglieri discussero sulla possibilit di sciogliere il patto di matrimonio e rimandarla a casa. Ma per una decisione del genere, parenti e amici della principessa si sarebbero risentiti dellaffronto ed Enrico decise di affrontare il matrimonio, celebrato fastosamente a Greenwich (1540); ma della povera Anna ne era disgustato, abituato alla freschezza giovanile, per cui il matrimonio non fu consumato; ma era aumentato il suo risentimento nei confronti di Cromwell, che come abbiamo visto, finiva sul patibolo.

Il matrimonio fu discusso in Parlamento dove la Camera dei Pari e quella dei Comuni chiesero al re, con una petizione, di lasciare che il Parlamento esaminasse per mezzo del Convocator (costituito da una commissione di vescovi e abati), il suo matrimonio con Anna di Cleves; risult che Anna era stata fidanzata con il duca Antonio di Lorena, quando ambedue erano in minore et e il fidanzamento era stato annullato per comune consenso.

Ci rappresentava motivo di divorzio, al quale (scrive D. Hume op. cit.), se ne aggiunsero altri due, un p strani: di non aver dato linterno assenso allatto di nozze e di non aver ritenuto di consumare il matrimonio. Il Convocator si mostr soddisfatto e solennemente il matrimonio fu dichiarato nullo e ratificato dal Parlamento che emise la sentenza, che fu notificata alla prinipessa.

Questa principessa era dotata di grande apatia e accett lofferta di Enrico di adottarla come sorella, di assegnarle il seggio dopo la regina e la propria figlia, e di assegnarle un reddito vitalizio di tremila sterline e, cos soddisfatta, scrisse al fratello (il padre nel frattempo era morto) che era stata ben trattata e che rimaneva in Inghilterra.

 

 

*) Alla gamba destra di Enrico, si era aperta unulcera cancerosaa (certamente diabetica) che emanava un odore fetido; poich Enrico continuava a mangiare e bere senza alcun limite, il suo ventre si era rilassato a tal punto che a malapena riusciva a passare per le porte ed era trattenuto con un cerchio di ferro; inoltre aveva una mano pressoch paralizzata e per questo era divenuto irritabile e violento.

Al Metropolitan Museum di New York era stata trovata unarmatura enorme che non si sapeva di chi fosse, poi si scopr che era di Enrico VIII, certamente indossata quando con lesercito era andato ad assediare e prendere (1546) Boulogne, lanno precedente alla sua morte.

 

LULTIMO MATRIMONIO

DI ENRICO CON

CATERINA PARR

E MORTE DEL RE

 

 

S

istemata cos la faccenda con Anna di Cleves, lamore di Enrico si rivers su Caterina Howard bella e gentile, che con i suoi modi era riuscita a cattivarsi il suo amore al punto che egli non ne faceva mistero, tanto da ringraziare il cielo nella cappella di corte, sulla felicit del suo stato matrimoniale.

Ma il diavolo si nasconde nei particolari: Caterina era per sua natura una dissoluta e su questa sua debolezza non vi sono i dubbi in quanto sua sorella, addetta un tempo al servizio della vecchia duchessa di Norfolk, aveva riferito particolari della sua vita licenziosa con due giovani, al servizio della duchessa, Derham e Mannoc, di cui lei non ne aveva fatto neanche tanto mistero con il personale della duchessa.

Cranmer ne parl con il conte di Hertford e con il cancelliere che decisero di riferire al re e ritenne che pi che riferire a voce, sarebbe stato pi prudente scrivere una relazione che fu consegnata al re. Enrico stentava a credere a ci che leggeva e disse che riteneva falsa tutta la relazione e Cranmer sapeva bene che rischio stesse correndo, se non avesse fornito le prove.

Si dovette ricorrere alla sorella di Lascelles, che risiedeva nel Sussex. Sotto pretesto di una partita di caccia, interrogata, lei fu costante nel riferire i particolari di ci che sapeva e catturati Mannoc e Derham, non solo confessarono ogni cosa ma aggiunsero anche particolari che servivano maggiormente a disonorare la regina. Tre cameriere della casa dei Norfolk erano a conoscenza del segreto di Caterina, e una di queste aveva partecipato alcune notti, ai suoi incontri con i due amanti. Riferite queste circostanze al re, egli, dopo essere rimasto muto, proruppe in un pianto dirotto e rimase sorpreso che la sua abilit di riconoscere una vergine, come si era vantato in precedenza, in questo caso fosse fallita.

La regina in un primo momento neg, poi ammise che i rapporti si erano verificati prima del matrimonio, ma vi erano le prove del suo rapporto con Thomas Colepepper dopo il matrimonio (che era un bel giovane, scrive padre Pollini, da cui intendeva avere un figlio maschio da offrire a Enrico che non era pi in buono stato di salute, per soddifare le sue voglie di avere un maschio!) e risultava che aveva ripreso al suo servizio Francis Derham, in ricordo delle sarabande notturne in casa Norfolk.

Enrico, si rivolse al Parlamento (1542), per avere una decisione; le due Camere emisero una sentenza per fellonia contro la regina e la viscontessa di Rocheford e contro Colepepper e Derham e con altra sentenza condannavano la duchessa di Norfolk, ava di Caterina e lo zio di questa, Guglielmo Howard, con la moglie contessa Bridgewater e altre nove persone, colpevoli di aver tenuto nascosta la cattiva condotta di Caterina; per la Norfolk e altri giunse il perdono di Enrico, mentre lady Rocheford, che era stata la causa principale del destino di Anna Bolena, fu decapitata con la regina a Jowenville, e la sua condanna, scrive Hume, serv a confermare il pubblico, nella convinzione che aveva sempre nutrito per quella infelice regina.

Enrico aveva fatto tradurre la Bibbia (il numero era limitato a cinquecento copie in quanto non tutti sapevano leggere), concedendo a tutti il diritto di leggerla, ma vi era stato un ripensamento, in quanto (1453) molte persone sediziose e ignoranti avevano abusato del permesso di leggerla e si erano causate molte diversit di opinione, molte animosit, tumulti e scismi e si era finito con linvertire il senso delle Scritture, per cui si consentiva di leggerla soltanto a gentiluomini e mercanti.

Nel mese di luglio (1453) Enrico sposava la sesta moglie, Caterina Parr, vedova di lord Nevil Latimer, donna virtuosa e colta, con la quale egli conversava e largomento che amava affrontare era quello religioso.

Su questo argomento la nuova regina propendeva per la linea luterana, non gradita da Enrico, divenuto cruccioso e iracondo e certamente il rapporto amoroso sarebbe stato interrotto da unaltra esecuzione, se nel frattempo non fosse intervenuta la sua morte.

Enrico prima di morire aveva convocato il Parlamento e aveva fatto stendere una legge in base alla quale ristabiliva lordine di successione con il principe di Galles, seguio dalle due principesse, anche se, come al suo solito, lasciava la strada di queste ingarbugliata, nel senso che non annullava il precedente atto che le dichiarava illegittime.

Nessuno osava parlare con il re delle sue condizioni fisiche, ma il baronetto Antony Denny prese coraggio e lo esort a prepararsi al destino che lo attendeva; Enrico rassegnato chiese una tazza di vino bianco (*) e chiese di Cranmer; giunto Cranmer, sebbene avesse conservato tutti i sensi, gi non parlava; Cranmer gli chiese di dargli la prova che moriva nella fede di Cristo; Enrico gli strinse la mano ed esalava lultimo respiro.

Enrico, tra i suoi assassinii, legalizzati dalle sentenze, non aveva risparmiato neanche lanziano Thomas Howard duca di Norfolk (1474.1554), suo cognato, per essere marito della sorella Maria, zio di due nipoti e suocero, in quanto suo figlio naturale, duca di Richmond, aveva sposato una sua figlia; oltre ad essere stato la colonna portante del suo regno, ora si trovava alla Torre per essere giustiziato; il luogotenente venuto a conoscenza della morte del re, aveva differito lesecuzione, salvandolo da una ingiusta condanna.

 

 

*) A londra lacqua era fetida conme laria e si beveva vino dal primo mattino, e la colazione consisteva in un pasto ed Enrico faceva colazione con un maialino arrosto di cui era ghiottto!

 

 

I PRIMI SUCCESSORI

DI ENRICO VIII:

. EDOARDO VI

E JANE GREY

 

 

 

E

nrico per il piccolo Edoardo aveva destinato un Consiglio di sedici Tutori in gran parte cattolici, i quali miravano a ricostituire lunit della Chiesa; tra costoro vi era Eduard Seymur, conte di Ertford, fratello di Jean Seymur, zwigliano di religione, che si era autonominato duca di Somerset e verso il quale, alcuni Tutori per vilt. altri per paura, non osavano contraddirlo, ad eccezione del cattolico Thomas Wrosley, nominato Cancelliere da Enrico.

Seymur oltre che Tutore di Edoardo, si era nominato per suo conto, Protettore del regno, nomina convalidata da Edoardo, il quale gli confermava anche il titolo ducale, con diritto a sedere alla destra del re sul trono. Edoardo inoltre, nominava il Parr, fratello di Caterina, conte di Essex; il barone di Sudeley, marchese di Northempton; John Dudley, conte di Warwich; Thomas Seymur, fratello del Protettore, fu fatto barone di Sudeley e Grande ammiraglio dellarmata di mare; Edward Seffeld e Riccardo Riccio, baroni e cavalieri; il Cancelliere Thomas Wrosley fu nominato conte di Southampton, ma gli fu tolta la carica di Cancelliere, assorbita dal Protettore, che in pratica esercitava la carica di vicer.

Egli aveva dichiarato che tutto ci che riguardasse il governo del regno e della Chiese, appartenessero a lui, mentre Cranmer. arcivescovo di Canterbury, come primate, avrebbe agito in base a benestare di Edoardo.

La morte di Enrico era stata tenuta segreta per alcuni giorni fino allinsediamento dei tutori, dopodich Edoardo era proclamato re dInghilterra e dIbernia; il suo breve regno di sette anni era stato carico di avvenimenti, seppur non gestiti da lui personalmente, ma dai suoi tutori, principalmente dal lord Protettore Seymur.

Edoardo VI (1537-1553), salito al trono allet di dieci anni (1548), era un ragazzo intelligente e portato per gli studi; conosceva il latino e francese, leggeva litaliano e lo spagnolo, non ignorava il greco e aveva buona conoscenza di filosofia, fisica e musica; aveva un diario, che ci pervenuto a testimonianza dei suo sentimenti interiori. Preso dalla nuova religione, aveva proseguito la politica religiosa del padre, ma, la sua cagionevole salute gli aveva consentito di regnare solo cinque anni, in quanto moriva di consunzione.

Le sue doti di intelletto avevano fatto ritenere che sarebbe stato un buon monarca, probabilmente pizzocchero in quanto era zelante in teologia, con una certa tendenza alla intolleranza.

Gli erano stati assegnati due insegnanti di latino e greco, uno laico e laltro prete sposato, che gli parlavano continuamente di religione; lo stesso facevano le principesse Anna di Cleves e Caterina Parr ed altre principesse, da rendergli odiosa la fede cattolica.

Con Edoardo il protestantesimo diventava la religione legale del regno; eras punnlicato Il libro di Edoardo redatto da una commissione di vescovi esi definivano i seguenti punti; 1. il latino cessava di essere impiegato per le preghiere, sostituito dalla lingua inglese e si adottava una liturgia in inglese, tradotta in gran parte dalla liturgia cattolica. 2. Le chiese erano spogliate di tutti gli ornamenti e si rapportavano al culto cattolico; gli altari erano soppressi, i messali eliminati, tutte le insegne sacerdotali erano ripudiate ad eccezione della cotta e un mucchio di pratiche come luso dellincenso, delle candele, dellacqua benedetta, soppresse come idolatriche. 3. Una condanna formale era sancita contro le dottrine del Purgatorio, delle indulgenze, della venerazione e adorazione delle reliquie e delle immagini, dellinvocazione dei santi; abolito il culto della Vergine, cos popolare per i cattolici. 4. I sette sacramenti dei cattolici erano ridotti al battesimo e alleucaristia. La cresima, lordine, il matrimonio erano conservati, ma solo come pratiche edificanti. Quanto alla confessione auricolare, era lasciata alla discrezione di ciascuno. Lestrema unzione era conservata, nel senso che si consentiva a ciascun cristiano, al momento di comparire davanti al giudice supremo, di intrattenersi con un ministro del Signore. 5. Gli anglicani, conservando il sacramento delleucaristia, erano ben lontani dallintenderla come nella Chiesa romana. Secondo loro infatti, il corpo di Cristo era donato, preso e consumato, in maniera spirituale e celeste ed essi negavano, nel termine pi positivo, la presenza reale. Secondo loro, i laici come i preti, dovevano, come nella Chiesa primitiva, comunicarsi con le due specie. Quanto alla messa, essi la consideravano come una invenzione blasfema, in quanto, non si pu offrire altro sacrificio per il peccato, se non quello offerto sulla croce. 6. La Fede era sufficiente per ottenere la grazia per merito di Ges Cristo e la Speranza, come la Carit non erano indispensabili. 7. Il celibato ecclesiastico era abolito, 8. La gerarchia extra-ecclesiastica era mantenuta, ma il re, sostituiva il papa per decidere sul dogma, per fare amministrare i sacramenti, per conferire la potenza spiritruale come lo stesso pontefice romano.

Poich in quel periodo in Scozia moriva il re Giacomo V e gli succedeva la figlia Maria, appena nata (1542), il Protettore aveva pensato alla unificazione della Scozia allInghilterra, desiderata da dieci secoli, facendo sposare con la forza Edoardo a Maria. Ma nei tormentati rapporti tra inglesi e scozzesi, lesercito inglese si scontrava con quello scozzese nella battaglia di Pimki, pressso Musselbourg, nelle vicinanze di Edimburgo (10.9.1547), che si risolveva con una carneficina di scozzesi; e questo disastro non fece che aumentare lavversione degli scozzesi nei confronti degli inglesi, che mandarono la piccola regina Maria in Francia (1548), per non farla sposare a Edoardo.

Il Protettore Edward Seymur aveva un fratello, Thomas Seymur, Ammiraglio di mare e Capitano generale della milizia del re, che troveremo quando tratteremo della giovanissima Elisabetta, il quale, con le donne, aveva facilit di approccio.

Alla morte di Enrico aveva sposato la sua vedova, Caterina Parr, la quale a Corte entrava in competizione e in discordia con la moglie del Protettore, sulle questioni di precedenza; la prima come moglie del re defunto, la seconda, Ann Stanhope, come moglie del Lord Proettore; ciascuna pretendeva la dignit della precedenza.

In questa discordia avevano coinvolto i rispettivi mariti; in particolare, il Protettore si lasciava dominare dalla moglie, della quale ne approfittava John Dudley, conte di Warwich, il quale mirava alla rovina delluno e dellaltro e coinvolgeva il predicatore Ugone Latimer, il quale al tempo di Enrico era stato espulso dal vescovado di Worchester, perch mangiava carne di venerd.

Latimer come predicatore, per il suo particolare linguaggio, i bei modi e le piacevolezze che raccontava, era gradito al volgo che lo chiamava apostolo degli inglesi e nelle sue prediche accusava Thomas come ribelle del re e traditore, che macchinava insidie e tranelli contro il re e meritasse di morire.

Intanto la discordia tra le due mogli cresceva (ma prevaleva Caterina) e il Lord Protettore che si lasciava governare dalla moglie, decise che il proprio fratello, dovesse morire; ma a parte lambizione, non vi era un motivo valido per la sua eliminazione, se non ricorrendo alleresia.

Egli si rivolse allapostolo Latimer, convincendolo a indicarlo nelle sue prediche come ribelle e traditore del re e del suo Protettore e Thomas il 20 Marzo 1548 fin per essere arrestato, processato e condannato alla decapitazione; mentre la moglie Caterina, che partoriva in quegli stessi giorni, moriva di parto.

Alla fine del regno di Edoardo le dottrine e il culto protestante erano completamente stabiliti; nella capitale come nelle altre grandi citt come nelle contee prossime a Londra e che erano le pi esposte alle innovazioni, la nuova fede era adottata dalla maaggioranza delle classi inferiori. Tuttavia il regno di Maria fece ancora di pi per il protestantesimo di Edoardo; linclinazione di Maria per il cattolicesimo serv a stimolare lenergia dei predicatori protestanti. Uno di essi, John Knox, in un sermone dato ad Amersham, nel Buckingamshire, con grande partecipazione di pubblico, aveva fatto una violento discorso contro la principessa Maria, avvertendo il pubblico del malessere che si sarebbe verificato in Inghhilterra se questa principessa fosse salita sul trono ci che era stato detto anche di Jean Seymur durante il suo corto regno (Galibert-Pell, Angleterre Paris, 1842).

E infatti Maria, appena eletta, ristabiliva tutto quello che era stato annullato durante il regno di suo fratello Edoardo e il Parlamento (1553) con una sola legge, aboliva tutti gli atti che si riferivano ai sacramenti che dovevano essere somministrati nelle due specie, allelezione dei vescovi, alluniformit del culto, al matrimonio dei preti, allabolizione dei messali e delle immagini, allosservanza delle domeniche e dei giorni di feste, ordinando che il servizio divino fosse celebrato come nellultimo anno del regno di Enrico VIII. Nello stesso tempo, i vescovi protestanti, respinti dalla Camera dei lords, erano privati delle sedi episcopali mentre Ridley e Cranmer inviati alla Torre finirono sul patibolo; Gardiner, Tunstall Day e Heath erano ristabiliti nei loro vescovati.

Il ritorno del cardinal Polo (1554), legato del papa, dava inizio alla reazione; il parlamento ristabiliva gli antichi statuti contro l'eresia; ricostituiva tutto ci che era stato fatto contro la sede apostolica dopo il ventesimo anno di regno di Enrico VIII e restituitti al clero tutti i beni di cui erano stati spogliati sotto questo regno; infine, ebbero inizio le terribili persecuzioni che insanguinarono il regno di Maria che le valsero il lugubre epiteto di "Maria la sanguinaria" ( cit. Galibert-Pell) .

John Dudley, duca di Northumberland, aveva incominciato ingordamente a desiderare di impadronirsi del potere e concepiva lidea di appropriarsi del regno con il seguente ardito disegno: egli riteneva che gli inglesi, nonostante il testamento di Enrico VIII, non avrebbero accettato come regine le due principesse Maria ed Elisabetta, dichiarate bastarde e non avrebbero accettato Maria Tudor e Maria Stuart perch cattoliche. Il duca di Suffolk, dalla moglie Maria di Francia, aveva avuto due figlie, Frances, che aveva sposato Henry Grey e Eleonor, che aveva sposato Henry Clifford, conte di Cumberland.

Da Frances ed Henry Grey era nata Jane, che Northumberland aveva concertato con il duca di Suffolk di far sposare al suo quarto figlio Guilford Dudley; egli inoltre, aveva ottenuto da Edoardo, moribondo, nellinteresse del protestantesimo, di scartare dalla successione al trono le due sorelle, in favore di Jane, che aveva la sua stessa et ed era stata compagna della sua infanzia oltre ad essere zelante protestante e aveva indotto i pari del regno a concedere lassenso alla successione.

Jane (nata nel 1537), aveva appena sedici anni e secondo un contemporaneo, anche se non bella, era carina, amabile senza affettazione, dolce e modesta; aveva ricevuto unottima educazione letteraria e l'amore che aveva per lo studio assorbivano quasi interamente tutto il suo tempo e la lettura di Platone e del Nuovo Testamento in greco, e la conoscenza del latino e delle lingue vive, testimoniavano il suo alto livello di preparazione.

Jane nulla sapeva del colpo di stato che le aveva preparato il nonno, duca di Northumberland e alla notizia che egli le aveva dato, di essere stata eletta regina, era svenuta dallo sgomento. Jane era resta ad accettare, ma il duca alla fine la convinse a prendere la corona e Northamberland e Suffolk la dichiaravano regina (1553).

Northumberland aveva cercato di sorprendere a Londra la principessa Maria per arrestarla, ma Maria avvertita era fuggita ed era riparata presso la rocca di Framing nei pressi di Londra con quarantamila volontari, accompagnata da Elisabetta e riusciva a sventare il colpo di stato; Northumberland, processato, finiva sul patibolo decapitato; Jane Gray arrestata, rinunziava alla carica, ma era condannata a morte con il marito Guildford Dudle; Jane, innocente, si era scusata e la regina Maria, si era ben guardata dal concederle la grazia. Padre Pollini, nel suo fanatismo cattolico, a questo proposito aveva giustificato Maria, esprimendosi in questi termini: regina clementissima e nemica dello spargimento di sangue, molto pi inchinevole all'amorevolezza che alla vendetta, accettando le scuse di questa meschina signora (Jane), benignamente la perdon e per dovere di giustizia insieme ad alcuni dei suoi, le fece tagliare la testa (!).

Maria, come la vediamo riprodotta nei dipinti, appare piuttosto rancorosa e vendicativa e non era stato certamente il senso di giustizia ad aver fatto prevalere, per una diciassettenne vittima della rapacit degli altri, la condanna a morte, ma piuttosto, la sua fermezza nel non voler abiurare dalla nuova religione. Il cappellano della regina infatti, le aveva chiesto di convertirsi, ma Jane era rimasta salda nella sua fede e aveva rifiutato di abiurare.

Laver concesso il perdono e far eseguire la condanna da parte della regina, era un chiaro sintomo di vendetta; per questi raptus omicidi, determinati dal desiderio di voler estirpare leresia, Maria stava per far perdere la vita anche a Elisabetta, salva solo per le insistenze del primate Gardiner; non era un caso che Maria si fosse meritato il nome d sanguinaria, dato poi, ironicamente a un celebre coktail preparato con succo di pomodoro.

 

 

MARIA I

LA SANGUINARIA

(BLOODY- MARY)

 

 

D

opo la parentesi di Jane Grey, salita al trono Maria I Tudor (1516-1548), rinnovava il lusso e gli ori eliminati negli ultimi tempi da Enrico e ricostituiva la moneta impoverita che suo padre aveva portato al massimo della svalutazione, ingraziandosi, per quanto possibile, il favore della plebe; Maria infatti, era stata lunica tra tutti i Tudors, compreso Enrico - che nonostante la sua ferocia il popolo non lo odiava - ad essere odiata; per prima cosa, fece legittimare il matrimonio di sua madre Caterina dAragona con Enrico VIII.

Maria non aveva pregi per farsi stimare e amare e fisicamente non era avvenente; il suo viso come appare da qualche suo ritratto, era cupo, freddo e austero e non lasciava trasparire alcun segno di quella bont che le attribuiva padre Pollini e ne parlava come fosse una santa, scrivendo di lei L'ottimo e potentissimo Dio, dopo vent'anni dallo scisma concedeva mirabil vittoria alla serenissima e cattolica principessa Maria, contro tutti i principali baroni, cavalieri e principi di quel reame, senza spargimento di sangue, volle con manifesto miracolo a tutto il mondo scoprire quanto le fosse a cuore e quant'egli favoreggiasse la verit della fede e religione cattolica.

Maria aveva trentotto anni che allepoca era gi et avanzata per prendere marito e far figli; si erano fatti i nomi del conte Courtenay di Dewonshire, proveniente dalla stirpe reale, il quale per aveva inclinazione per Elisabetta, di cui preferiva la giovinezza e il gradevole conversare; da ci deriv una freddezza di Maria per Dewonshire e la velenosa animosit nei confronti di Elisabetta.

Nel cuore maligno di Maria, scrive Hume, vi era lantica ruggine delle madri e dopo che il Parlamento aveva ratificato (su sua richiesta) le nozze della madre, non le mancava il pretesto per considerare la sorella, illegittima; pizzochera comera (sotto le vesti portava il saio francescano!), Hume la considerava, crudele, maligna, vendicativa, tiranna e offendeva laffezione che Elisabetta aveva per la religione riformata, che la giovane principesa a stento celava e quando lei laveva minacciata di conformarsi, Elisabetta aveva corso un grave pericolo per la sua vita.

Laltro partito preso in considerazione per il suo matrimonio, era stato quello del cardinale Reginald Polo, anchegli, come abbiamo visto, di sangue reale, il quale per era portato per una vita di studio (aveva scritto un testo sulla Unione della Chiesa in quattro volumi per Enrico); a risolvere la situazione interveniva Carlo V (v. Art. Carlo V ecc.) al quale un altro regno da aggiungere ai suoi non sarebbe dispiaciuto, che proponeva il giovanissimo figlio Filippo II (1527-1598).

Il loro matrimonio, con disapprovazione generale, si era svolto a Westminster (1554) officiato da Gardiner che anchegli disapprovava; durante la cerimonia, in questo giorno che per Maria era di trionfo, mentre il coro cantava il Te Deum, la sua esaltazione era giunta al punto di sentire gi nel suo grembo il sussulto di un erede, che avrebbe consolidato il suo trono e poter trattare la protestante Elisabetta, come Enrico aveva trattato Anna Bolena; ma per fortuna di Elisabetta, il destino aveva disposto in maniera diversa.

Le intenzioni di Maria erano, infatti, di togliere di mezzo Elisabetta, ma era stato Filippo II a salvarle la vita, non per un senso di piet, di cui Filippo era assolutamente privo, ma per opportunit politica.

Disperando di avere dei figli da Maria, Filippo si rendeva conto che tutti i cattolici ritenevano che per diritto ereditario la corona dInghilterra spettasse a Maria Stuart, regina di Scozia, nipote di Enrico VIII, in quanto figlia di Margherita, sua sorella maggiore; fidanzata al delfino di Francia (che sarebbe stato Francesco II) egli intravedeva la riunione sulla stessa testa di ben tre corone, quella di Francia, di Scozia e dInghilterra.

Aveva quindi pensato di unirsi a Elisabetta che, per questo motivo, era stata condannata a una stretta cattivit; ma ci le aveva salvato la vita, mentre assisteva alla esecuzione di Thomas Cranmer, che aveva servito fedelmente il padre e si era rifiutato di abiurare e per vendetta Maria che per malignit lo aveva fatto condannare per eresia (che comportava il rogo) anzich per tradimento (che comportava il pi umano taglio della testa!).

Dopo quattordici mesi dal matrimonio Filippo esasperato di vedere che la regina non procreava figli, se ne partiva per le Fiandre (1555) nonostante i suoi pianti; egli neanche rispondeva alle sue calde lettere, ma le scriveva soltanto per chiederle denaro e lei si era spossata per accontentarlo e quando nello stesso periodo Carlo V aveva abdicato in favore del figlio, lei aveva perso ogni speranza di rivederlo.

Maria era stata presa da malinconia ma si era ripresa quando Filippo volendo coinvolgerla in una lega contro la Francia, tornava in Inghilterra e ottenuti diecimila uomini, sotto il comando del conte Pembroke, avevano preso parte alla vittoria di Saint-Quentin.

Dopo questa vittoria, Filippo non aveva accolto il suggerimento di lasciare una guarnogione spagnola a Calais, per custodirla, in quanto minacciata dai francesi. Il duca di Guisa ne approfittava, riuscendo a impadronirsi della citt (1558), cara agli inglesi, che la possedevano da duecentodieci anni; Maria non sopravvisse alla presa di Calais; colpita da idropisia (*), prima di morire ripeteva che se fosse stato aperto il suo cuore, si sarebbe trovato scolpito il nome di Calais.

Dopo sedici ore dalla morte della regina, moriva anche il cardinal Reginald Polo a causa di febbri intermittenti, che indicavano la malaria, che certamente aveva preso a Roma, come tutti gli stranieri che si recavano in quella citt, come abbiamo detto in altri articoli. circondata di paludi, malattia che i romani non prendevano in quanto naturalmente vaccinati.

 

 

*) Lidropisia determinava un consistente rigonfiamento del ventre che faceva pensare alla maternit.

 

 

IL RITORNO ALLA

FEDE CATTOLICA

DURANTE IL REGNO DI

MARIA RINFORZA IL

PROTESTANTESIMO

 

 

 

C

on linsediamento di Maria, il nuovo Parlamento aboliva con una sola legge tutti gli atti posti in essere durante il regno di Edoardo, relativi: al sacramento che doveva essere somministrato sotto le due specie; allelezione dei vescovi; alluniformit del culto pubblico; al matrimonio dei preti; allabolizione dei messali e delle immagini; allosservanza delle domeniche e dei giorni di festa, ordinando che il servizio divino sarebbe stato celebrato come nellultimo anno del regno di Enrico VIII.

Nello stesso tempo i vescovi protestanti, respinti dalla Camera dei Lords, erano privati della sede episcopale; Ridley e Cranmer erano mandati alla Torre, mentre Gardiner, Bonnet, Tunstall Day e Heath erano ristabiliti nei loro vescovati

Il ritorno del cardinal Polo (1554), come legato del papa, dava impulso a una nuova reazione: il Parlamento ristabiliva gli antichi statuti contro l'eresia; fu ricostituto tutto ci che era stato fatto contro la sede apostolica romana, dopo il ventesimo anno del regno di Enrico VIII e furono restituti al clero tutti i beni di cui erano stati sposgliati sotto questo regno.

Nello stesso tempo lInghilterra divenne teatro di orrore che rese i catolici oggetto di esecrazione e dimostr che non vi scelleraggine superiore alla vendetta e alla crudelt coperte dal manto della religione.

Ebbero inizio le terribili persecuzioni che insanguinarono il regno di Maria e che le valsero lepitteto di Bloody-Mary; esse iniziarono con lesecuzione del prebendato di San Paolo, John Rogers, padre di dieci figli, primo nella lista delle vittime, arso vivo a Smothfield; aveva chiesto di vedere la moglie, ma Gardiner, aggiungendo la crudelt allinsulto, gli disse che non poteva avere una moglie.

Si verificarono anche scene strazianti: lesecuzione del vescovo di Glocester, Hooper, fu eseguita a Glocester con lintento di incutere spavento nel suo gregge; quando era legato sul patibolo gli avevano messo davanti uno sgabello con sopra la ritrattazione che gli avrebbe salvato la vita, ma egli lo fece rimuovere; il forte vento impediva alle fascine verdi di prendere fuoco, per cui gli si bruciarono le parti inferiori del corpo; una delle sue mani si era staccata e con laltra continuava a battersi il petto e pregare fino a quando gli si gonfi la lingua e non pot pi parlare.

Sanders fu arso a Coventry e respinse l offerto perdono e sul patibolo diceva salve o croce di Cristo, eterna vita, salve,

Cos il parroco di Hadley, Taylor, fu arso a Hadley e legato al patibolo recitava un salmo in inglese, una delle guardie lo colp sulla bocca e gli ordin di parlare latino, un altro, stizzito, lo colpiva con lalabarda sulla testa, uccidendolo e mettendo fine ai suoi tormenti. Tutte queste uccisioni di protestanti, in tre anni di selvaggia barbarie ebbero luogo solo percch essi non volevano riconoscere la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo (che era anchessa una barbarie ed era valsa da parte dellIslam laccusa di cannibalismo) nel sacramento!

Il vescovo Ferrar, di Saint-David, aveva fatto appello al cardinal Polo, ma fu bruciato nella sua diocesi e Latimer e Ridley ambedue celebri per dottrina, furono bruciati a Oxford.

Ridley. nato a Welmonsswick, aveva studiato a Cambridge, Parigi e Lovanio e aveva ottenuto il vescovato di Rochester e di Londra e i suoi celebri sermoni contro Maria ed Elisabetta avevano dato il pretesto dellarresto alla Torre e della sua fine. Latimer aveva amici potenti a Corte come Cromwell e la stessa Anna Bolena, ai tempi di Enrico, che ascoltava con piacere le sue invettive contro il papa, gli concesse il vescovato di Worchester (1535), che poi con lo stesso Enrico perdette e fin alla Torre. Edoardo gli concesse la libert e lo assunse presso la Corte come suo predicatore. Egli si scagliava con pari violenza contro i vizi di tutte le classi e con la stessa violenza declamava contro gli abusi che disonoravano la nuova chiesa, dipingendo nel modo pi ripugnante e burlesco le pratiche del vecchio culto. La sua eloquenza era vigorosa e veemente, ma il suo linguaggio era caustico e grossolano accompagnato da gesti abietti e grossolani; tuttavia tale da soddisfare il gusto degli uditori. Aveva commesso lerrore di abbandonare le discussioni teologiche per le politiche e sosteneva che Dio avrebbe fatto bene a togliere di mezzo le due principesse Maria ed Elisabetta in quanto, sposando degli stranieri, avrebbero messo in pericolo lesistenza della Chiesa riformata; la stessa imprudenza commise allinizio del regno di Maria, che lo fece arrestare per sedizione e fin sul patibolo.

Le esecuzioni religiose (1555) furono settantuno, nellanno successivo ottantanove, e nel 1558, lanno della morte di Maria, quaranta, in tutto duecentotottantotto; un altro centinaio morirono nelle prigioni; molti protestanti, prevedendo la tempesta. si salvarono espatriando rifugiandosi a Francoforte, Strasburgo e Ginevra. Tra i principali personaggi vi furonop Francis Knollys, che in seguito divenne vice-ciambellano di Elisabetta; sir John Cheke, sir Anthoni Cook; Peynet, che fu fatto vescovo di Worchester; Grindal, che dopo essere stato vescovo di Londra e arcivescovo di York, fu nominato arcivescovo di Canterbury, Knox il grande riformatore scozzese, Fox il martirologista e un gran numero di tanti altri.

Ma tutte le violenze non fecero che accrescere lo zelo dei riformatori protestanti che Elisabetta aveva trovato in maniera tanto pronunciata, da risolverla a favorire questa religione, sebbene essa gi propendesse per essa (cit. Galibert-Pell).

 

 

 

FINE